Sale gioco chiuse, in trenta senza lavoro

I dipendenti della catena Admiral licenziati dopo i sigilli dei vigili urbani: «Ci diano un posto lontano dai luoghi sensibili»


di Antonella Mattioli


BOZLANO. «Avevamo ormai da sei-sette anni un contratto a tempo indeterminato in tasca: dall’altro giorno è carta straccia. Siamo su una strada, licenziati dalla mattina alla sera». Barbara Cescato, bolzanina, si fa interprete della protesta dei trenta dipendenti delle tre sale gioco della catena austriaca “Admiral” - via Perathoner, via Torino, via Claudia Augusta - alle quali martedì i vigili urbani hanno apposto i sigilli. Ieri si sono presentati in massa in redazione.

La posizione del nostro giornale è nota, e loro lo sanno: abbiamo raccolto migliaia di firme dei lettori per una regolamentazione severa delle sale giochi, e rimaniamo convinti che le slot siano un’autentica rovina per molte famiglie. Registriamo però la preoccupazione di chi oggi si trova per strada. Il licenziamento è scattato a seguito del mancato rinnovo della licenza provinciale che non è stata concessa per effetto delle disposizioni provinciali. Tutte e tre le licenze in questione erano scadute il 31 dicembre. I responsabili commerciali della catena Admiral avevano tentato la carta dell'ennesimo ricorso al Tar contestando le disposizioni della legge provinciale e chiedendo ai giudici amministrativi di sospendere l'efficacia dell'ordine di chiusura emesso dall'amministrazione comunale. I giudici hanno però respinto l’istanza.

Nelle tre sale di Bolzano lavoravano, fino all’altro giorno, trenta persone: donne e uomini, altoatesini e stranieri. Per i quali quei contratti a tempo indeterminato rappresentavano la sicurezza economica. I licenziamenti sono la conseguenza della campagna - che noi abbiamo sollecitato e condiviso - condotta da Provincia e Comune contro il gioco d’azzardo, una patologia che ha messo e continua a mettere sul lastrico intere famiglie. «Ma perché - chiedono - se la prendono solo con le nostre slot, quando anche l’ultima indagine dell’Astat ha stabilito che al primo posto per diffusione ci sono i Gratta e vinci che vanno a ruba nei tabacchini? Le slot sono soltanto al settimo posto». I giudici amministrativi hanno stabilito che la competenza in materia è della Provincia e quindi vale il principio che le sale gioco devono stare a 300 metri di distanza dai luoghi sensibili, ovvero scuole, centri giovanili, strutture sportive, i luoghi di aggregazione in genere. Ciò significa che ci sono poche possibilità che le tre sale possano riaprire e proprio per questo i 30 dipendenti si erano aggrappati alla speranza di poter continuare a lavorare nella nuova struttura di via Siemens. «Il nostro titolare ha individuato una soluzione alternativa in via Siemens, dove anni fa c’era un negozio che vendeva piastrelle. I lavori di adeguamento sono già a buon punto. Il Comune però non concede il cambio di destinazione d’uso. E adesso cosa facciamo?».













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