Salvini insiste: noi al governo con la Svp 

In duemila alla festa della Lega a Pinzolo. Il vice premier: «Garantiremo sicurezza ai bolzanini»



PINZOLO. Festa della Lega a Pinzolo, ieri, alla presenza del vicepremier e ministro degli Interni Matteo Salvini. E di circa duemila leghisti, trentini e non. Tanti i temi nazionali sul piatto, dalla nave Diciotti in giù, ma il leader della Lega ha anche spiegato quali siano gli obiettivi e le ambizioni della Lega in Trentino e pure quale sia la strategia per le provinciali anche in Alto Adige, dove il vicepremier ha confermato l’intenzione di avviare trattative concrete con la Südtiroler Volkspartei.

Ma cosa propone la Lega in Trentino? Il ministro Salvini, che ha trascorso un periodo di vacanza proprio in val Rendena, ieri dal palco ha risposto con poche, chiare pennellate: «Cosa intendiamo fare? Cambiamento. cambiamento, finalmente, dopo vent’anni di sinistra. E quindi idee chiare, una squadra chiara, un candidato presidente di esperienza come Maurizio Fugatti e, soprattutto, il merito. Vogliamo che anche in Trentino torni a lavorare chi se lo merita e non chi è amico dell’amico del cugino del cognato del parente. Vogliamo che si spendano i soldi per i trentini e non per qualche migliaio di immigrati da mantenere qui e là per le valli. Abbiamo idee chiare sulla scuola, sulla sanità, sui punti nascita, sulle infrastrutture, sul sostegno al turismo e all’agricoltura. Vogliamo fare in maniera molto diversa rispetto a quello che il Partito democratico e i suoi amici hanno fatto negli ultimi anni».

Ma a Pinzolo Salvini ha parlato anche dell’Alto Adige, del dialogo con la Svp. Questo avvio di dialogo ha creato malumori con Forza Italia, ma sarà possibile tenere insieme questi due tipi di alleanze? Il vicepremier ha chiarito: «I malumori politici a me interessano poco, onestamente». Al ministro della Lega interessa invece «dare un futuro a queste terre, che non conoscevano la parola crisi fino a qualche tempo fa, che non conoscevano la parola insicurezza fino a poco tempo fa; però adesso basta andare in piazza Dante a Trento, o in stazione a Bolzano, e ci si rende conto che i problemi ci sono e quindi le formule politiche mi interessano poco, voglio difendere l’autonomia, voglio spendere i soldi che ci sono bene, e non per clientele e raccomandazioni, e quindi penso che il 21 ottobre ci sarà un cambiamento storico sia a Trento che a Bolzano».













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