Il caso

Sanitari Asl, ci sono ancora 450 sospesi 

Sono 82 gli operatori guariti e riammessi che a breve o si immunizzano o tornano a casa. Cappello (Asl): «Alcuni sono già via». Simioni (Bsk): «Ospedali e Rsa in forte affanno. L’obbligo andava bene con Delta, con Omicron non ha senso. Andare al 31 dicembre è un grave errore»


Valeria Frangipane


BOLZANO. Sono ancora 450 - in tutta l’Asl - i collaboratori sospesi perchè non vaccinati. Di questi 82 sono stati riammessi - perché guariti - ma anche per loro scatterà a breve - in caso di mancata immunizzazione - una nuova esclusione. Per alcuni fa sapere Marco Cappello - direttore della Ripartizione legale Asl - è già successo.

Ivano Simioni - segretario sindacato medici ospedalieri Bsk e psichiatra all’ospedale di Brunico - parla di situazione non ulteriormente sopportabile perchè la carenza di medici, infermieri ed in generale di operatori sanitari sta creando da troppi mesi gravissimi problemi sia agli ospedali che alle case di riposo.

«Speravo che con le nuove regole il Governo decidesse anche di anticipare l’obbligo vaccinale a giugno ma vedo che dobbiamo andare avanti fino a dicembre. Errore pesantissimo che penalizza i pazienti che non sono assistiti a dovere - penso ai malati cronici - e parlo per esempio anche del mio settore. A Brunico ha chiuso la Riabilitazione psichiatrica per mancanza di operatori ed è in forte affanno per lo stesso motivo anche il servizio di Neuropsichiatria infantile. E non possiamo tacere i danni enormi che si stanno creando alle famiglie che non ce la fanno più perchè devono tenersi gli anziani a casa visto che le case di riposo - come pochi giorni fa ha fatto sapere l’assessora al sociale Waltraud Deeg - hanno visto da una parte aumentare la disponibilità di letti a 4.591 che però per carenza di personale è scesa a 4.000, seicento in meno. Solo in Pusteria lo scorso mese c’erano 280 persone in lista ď attesa. Cifre che mi fanno vergognare».

Il sindacalista fa sapere di essere favorevole alle vaccinazioni «sono stato il primo vaccinato di tutta la Pusteria - ma Omicron ha cambiato le carte in tavola perchè se è vero che il vaccino previene il Covid grave in chi è immunizzato non protegge gli altri dalľ infezione. Per cui mantenere l’obbligo non ha più senso e sarebbe stato un atto di saggezza del Governo toglierlo. Questione che almeno avrebbe potuto rimarginare in parte le ferite causate dalle gravi carenze di personale. Stiamo vivendo un dramma, così non si tutelano i pazienti! L’obbligo vaccinale li sta danneggiando».

L’avvocato Marco Cappello - dice che a breve la situazione potrebbe anche peggiorare perchè gli 82 guariti rischiano una nuova sospensione (sempre che non si vaccinino). Con aggravio del sistema sanitario. «La nuova legge prevede che i sospesi guariti ma non vaccinati possano tornare al lavoro per 3 mesi (4 mesi se manca solo la dose booster), ma ovviamente questo periodo viene calcolato per intero solo per i guariti dopo la data del 25 marzo 2022 (entrata in vigore del decreto). Succede però che la maggioranza degli 82 collaboratori tornati provvisoriamente al lavoro si sia infettata prima di tale data, per cui possono rimanere in servizio solo il periodo che resta rispetto ai 3/4 mesi totali. Faccio un esempio: chi si è infettato il 25 gennaio, dal 25 marzo in poi non ha potuto essere riammesso per 3 mesi, ma solo per un mese, essendone già passati due prima dell'entrata in vigore della legge. Alcuni "reintegrati" - conclude Cappello - stanno per essere sospesi di nuovo, anzi per loro la sospensione riprende automaticamente efficacia e per qualcuno è già successo».













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