Scatta la caccia a «roncola selvaggia»

Termeno: i frutticoltori lanciano l’idea delle ronde notturne per fermare che recide i meleti di Pink Lady



TERMENO. «Ma chi sarà quel pazzo che di notte gira nelle campagne con il forbicione in mano e si accanisce sui meli di Pink Lady?»

È questa la domanda che da un mesetto si stanno facendo forze dell’ordine, gente comune ma soprattutto frutticoltori.

Le stesse vittime, Günther Pedron di Magré e Karl Ungerer di Termeno, si stanno scervellando per capire e per ricordarsi se, negli ultimi anni, magari hanno compiuto qualche torto a qualcuno. Il Pedron, lo conosciamo meglio, non sa far male a una mosca. Timido, riservato, laborioso, non frequenta neppure l’unico bar del paese e ha compiuto molti anni di volontariato fra i vigili del fuoco. Anche Ungerer è considerato sia in paese, a Termeno, sia nei campi, un buono. Ha ricoperto per anni la carica di direttore alla Cooperativa Frutticoltori “Neufrucht” di Egna e magari in quella sua veste avrebbe potuto compiere delle scelte non gradite a qualche socio del Consorzio. Ora l’agricoltore è presidente di un’altra Cooperativa Frutticoltori, quella di Termeno, la “Eofrut”. Anche la sua famiglia è bene integrata nella comunità di Termeno: la moglie Johanna è direttrice della scuola materna e il figlio 31enne Tobias è stato eletto a maggio in consiglio comunale nella lista dell’Svp con 143 preferenze. Tutto bene quindi. Entrambi i due agricoltori però hanno avuto il torto – se così lo possiamo chiamare – di essere stati fortunati di potersi approvvigionare di piante di mele Pink Lady, una varietà cosiddetta di club, i cui vivai sono in mano ad una società che, per tenere alto il prezzo delle mele, centellinano la distribuzione delle piante. Si possono attendere fino a 5 anni per poter avere degli alberini da mettere a dimora. E non sono certo ceduti gratis, perché il loro prezzo varia dai 15 ai 18 euro l’uno. Forse l’uomo del forbicione nutre della rabbia nei confronti dei fortunati che riescono a rinnovare l’impianto in campagna con la varietà Pink Lady? A Termeno, ma anche in altri centri della Bassa Atesina, si sente spesso in questi giorni l’idea di voler compiere sopralluoghi notturni tra i frutteti, specie quelli della varietà presa di mira. “Se quel pazzo gira, lo prendiamo e allora sono guai per lui” – si dice. Dire che le forze dell’ordine brancolano nel buio è poco. Certo, si sono intensificati i controlli notturni, ma la zona è vastissima. Il comandante della compagnia dei carabinieri di Egna assicura che le indagini, anche sull’episodio di Magré, proseguono a 360 gradi. Un altro agricoltore di Egna apostrofa questi episodi come “vili attentati”, mentre una frutticoltrice di Cortaccia si è sbilanciata affermando che questi fatti criminosi potrebbero anche essere originati dal clima velenoso che aleggia sulla Bassa Atesina da mesi per effetto delle proposte di fusione fra quattro grandi Consorzi frutticoli della zona, “Kurmark-Unifrut” di Magré, “Eofrut” di Termeno, “Egma” di Caldaro e “Neufrucht” di Egna. Molti agricoltori su questo progetto sono d’accordo, molti altri invece sono contrari; e non sempre per ragioni di campanilismo. Anche perché una eventuale fusione comporterebbe dei conguagli in moneta sonante con importi piuttosto elevati. E tirar fuori soldi dalle tasche all’uomo della terra non piace affatto.(b.t.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità