Schianto, il tachimetro decide il processo 

Due anni fa perse le vita in Pusteria un centauro di 60 anni: la moto viaggiava a 140 km orari. Automobilista scagionato



BOLZANO. Era finito sotto processo con l’accusa di omicidio stradale per aver provocato un incidente con violazione del codice della strada. Protagonista un automobilista austriaco di 39 anni che ieri davanti al giudice dell’udienza preliminare Emilio Schönsberg ha ottenuto l’assoluzione con la formula più ampia (cioè «il fatto non sussiste» ) seppur con riferimento all’insufficienza della prova.

A decidere il processo è stato il ritrovamento del tachimetro della potente moto della vittima andata completamente distrutta. Il rilevatore di velocità è stato trovato sull’asfalto, bloccato sull’indicazione al momento dello schianto: 140 chilometri all’ora.

Come detto al centro del procedimento (conclusosi con rito abbreviato in fase preliminare) c’era l’incidente mortale avvenuto nei pressi di Versciaco, in alta Pusteria, il 23 giugno di due anni fa. In quella occasione perse la vita Karl Weiss, cuoco sessantenne, titolare per diversi anni di un albergo della zona.

Il centauro era da poco rimasto vedovo e da qualche mese aveva lasciato la conduzione dell’esercizio a una delle due figlie.

In estate amava trascorrere il tempo libero regalandosi escursioni in moto, una delle sue grandi passioni. Purtroppo il giorno della tragedia Weiss avrebbe pagato con la vita la voglia di spingere un po’ troppo in velocità. La moto su cui viaggiava, andò infatti a schiantarsi contro la fiancata di destra dell’auto condotta dall’imputato. Karl Weiss rimase a terra gravemente ferito. Quando, pochi minuti dopo l’impatto, giunsero sul posto i primi soccorritori , le sue condizioni parvero subito disperate. L’uomo aveva perso completamente conoscenza ed era sostanzialmente in coma profondo.

In effetti quando arrivò all’ospedale di San Candido in codice rosso cessò di vivere dopo pochi minuti.

L’automobilista austriaco venne ovviamente iscritto sul registro degli indagati con immediata sospensione della patente di guida. Il turista straniero è stato subito accusato (sulla base dei rilievi dei carabinieri sul punto dello schianto) di aver invaso la corsia opposta di marcia avviando una manovra di svolta a sinistra che avrebbe dovuto permettere all’auto di immettersi lungo una strada secondaria.

Gli accertamenti tecnici nel corso dell’istruttoria hanno gradualmente cambiato la ricostruzione dell’incidente sino alla considerazione finale del giudice che ha dovuto prendere atto che non vi è certezza di una violazione, da parte dell’imputato, del codice della strada. Decisivo è stato il ritrovamento del tachimetro della moto con l’indicazione della velocità al momento dello schianto. I periti hanno infatti dimostrato che l’automobilista, nel punto di svolta a sinistra, aveva una visuale della corsia opposta di circa cento metri. Posto che il centauro è arrivato ad una velocità di 140 chilometri all’ora, l’automobilista non avrebbe avuto il tempo di reagire per evitare la tragedia. (ma.be.)

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