Schianto mortale, assolta Rosa Thaler

Morì sul colpo un motociclista di 26 anni di Marostica ma l’ex presidente, alla guida dell’auto, non ha alcuna responsabilità


di Mario Bertoldi


MONTAGNA. Nessuna responsabilità colposa. L’ex presidente del consiglio regionale Rosa Thaler Zelger (difesa in giudizio dall’avvocato Paolo Fava) è stata assolta dall’accusa di aver provocato involontariamente l’incidente mortale avvenuto sulla statale delle Dolomiti il 15 giugno dello scorso anno. In quella occasione perse la vita sul colpo Fabrizio Cortese, centauro di 26 anni di Marostica in provincia di Vicenza. Stava viaggiando in compagnia di alcuni amici verso l’abitato di Fontanefredde quando si trovò la strada parzialmente ostruita dall’auto dell’imputata che si era immessa sulla statale dalla strada laterale di collegamento (di proprietà comunale) con la frazione di Pausa. Quel giorno accadde quello che gli abitanti della zona avevano sempre temuto.

Rosa Thaler Zelger che era alla guida della propria vettura si immise con cautela sulla statale ben sapendo che l’intersezione era pericolosa a seguito della mancanza di un’adeguata visibilità per un muro di contenimento di porfido alto circa 4 metri, realizzato per scongiurare possibili smottamenti . All’epoca si cercò di porre rimedio ai problemi di sicurezza installando uno specchio stradale che avrebbe dovuto permettere di avere una visuale più ampia. In realtà Rosa Thaler non riuscì assolutamente a rendersi conto dell’arrivo del motociclista e l’impatto fu molto violento. Il giovane centauro, che tentò una frenata disperata, morì sul colpo. A decidere il processo in sede preliminare (ieri davanti al giudice Walter Pelino) è stato il perito d’ufficio Giovanni Cretti (perito industriale di Merano) che ha effettuato una dettaglia ricostruzione del sinistro. In primo luogo il perito ha dimostrato che da parte di Rosa Thaler non vi sarebbe stata alcuna negligenza o imprudenza nella condotta. La presidente non sarebbe stata nella possibilità pratica di avvistare il motociclista. In secondo luogo è emerso che la vittima era in viaggio ad una velocità prossima ai 110 chilometri orari (a fronte del limite - all’epoca - dei 90). Si tratta di una velocità che il perito ha considerato palesemente pericolosa (soprattutto nei pressi di una intersezione) e inadeguata. Lo dimostrerebbe il fatto che, nonostante la disperata frenata finale, al momento dello schianto la moto aveva una velocità di 55 chilometri orari. A seguito dell’esito della perizia anche il pubblico ministero Markus Mayr, che aveva chiesto inizialmente il rinvio a giudizio di Rosa Thaler, ha modificato posizione allineandosi sulle tesi della difesa, optando per il non luogo a procedere. Il giudice Walter Pelino ha così prosciolto l’imputata seppur con riferimento all’insufficienza della prova. La riprova che ben poco o nulla poteva essere imputato all’ex presidente Thaler , è giunta dalla decisione della Provincia di modificare radicalmente l’intersezione tra la statale delle Dolomiti e la strada comunale per la frazione di Pausa. Il muro di contenimento è stato eliminato per recuperare la necessaria visibilità di sicurezza ed il limite di velocità è stato abbassato a 70 chilometri all’ora. I famigliari della vittima non si erano costituiti parte civile nel procedimento in quanto già risarciti dall’assicurazione.

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