Sciagura del treno in val Venosta, la perizia accusa i progettisti: pericolo frane sottovalutato
Secondo i tecnici nominati dalla procura di Bolzano, nel disastro ferroviario del 12 aprile in cui morirono 9 passeggeri ci sarebbe stata anche una responsabilità da parte di chi autorizzò la riapertura della linea. Gli indagati per ora sono otto
BOLZANO. Per la sciagura ferroviaria della Val Venosta, in Alto Adige, del 12 aprile scorso, nella quale morirono 9 passeggeri, si prospettano responsabilità anche da parte di chi progettò la riapertura della linea ferroviaria sottovalutando i rischi insiti nelle caratteristiche morfologiche del terreno.
E' uno degli elementi che caratterizzano la prima relazione di 270 pagine consegnata al procuratore della Repubblica di Bolzano Guido Rispoli dai periti chiamati a fornire una serie di valutazioni tecniche sulle cause della sciagura ferroviaria che costò la vita a 9 persone.
Quella mattina il treno di collegamento tra Merano e la valle nella zona di Castelbello venne investito da una frana provocata dallo smottamento di un terreno agricolo sovrastante la linea ferrata.
Lo smottamento fu causato dalla rottura di una valvola di sicurezza di un impianto di irrigazione. Ora però sarebbero emerse anche colpose sottovalutazioni del pericolo da parte dei progettisti della linea.
La perizia verrà consegnata ai magistrati il 12 ottobre e allora si potranno avere informazioni più precise su eventuali responsabilità in fase di progettazione. Attualmente gli indagati per il disastro sono otto.