Scuola, cassati anche i progetti alle coop

Nella legge impugnata da rivedere i voti facoltativi e le valutazioni dei dirigenti. Achammer: «Subito la trattativa»



BOLZANO. In Provincia sapevano che la legge sulla scuola sarebbe stata impugnata. La decisione presa mercoledì dal Consiglio dei Ministri era stata preceduta, come sempre, da contatti con Roma. Ieri è stata la giornata in cui gli uffici hanno ricevuto i dettagli sui punti contestati all’interno della legge 14, approvata a giugno dal consiglio provinciale. L’assessore Philipp Achammer conferma: «Quando abbiamo portato il disegno di legge in Consiglio eravamo consapevoli che su alcuni punti stavamo camminando sul filo delle nostre competenze. Se si vuole una autonomia più forte, ci si deve spingere fino a dove è possibile. Adesso inizieremo il dialogo con il governo: preferiremmo evitare un lungo contenzioso davanti alla corte costituzionale». Più probabile concordare alcune modifiche. Le impugnazioni del governo stanno aumentando. Achammer nega una crisi di maggioranza con Renzi: «Proprio nella legge sull’Istruzione siamo riusciti a inserire alcune norme, ad esempio sulla formazione degli insegnanti, che non ci sono state contestate». Sarà anche per il clima da referendum costituzionale, ma è un dato che il governo stia adottando il pugno pesante con le Regioni.

I PUNTI CONTESTATI. La legge impugnata, «Modifiche di leggi provinciali in materia di istruzione», è l’applicazione altoatesina della «Buona scuola» nazionale senza, tra l’altro, la stabilizzazione dei precari. Tre i punti contestati, perché la Provincia sarebbe uscita dai confini delle proprie competenze. No del governo alla norma locale sulla valutazione dei dirigenti scolastici. Tra gli indicatori previsti, competenze gestionali ed organizzative, competenze nell’ambito della gestione e dello sviluppo del personale, contributo al miglioramento del successo formativo e scolastico degli alunni, promozione della collaborazione tra le diverse componenti della comunità scolastica e dei rapporti con il contesto sociale e culturale.

Salta anche la possibilità per le scuole di rinunciare ai voti, adottando propri criteri di valutazione degli studenti. Contestato infine l’articolo che consente incarichi a cooperative sociali e strutture simili per progetti specifici nelle scuole, qualora non ci fossero docenti disponibili. Le scuole potrebbero bandire procedure di selezione per incarichi di 36 mesi non rinnovabili.

La possibilità di evitare i voti in pagella era dall’inizio un punto debole della legge. Il ministero motiva l’impugnazione prospettando una disparità di trattamento tra studenti altoatesini e gli altri, soprattutto nel caso di trasferimenti. E una disparità di trattamento rispetto ai criteri nazionali viene sottolineata anche sulla valutazione dei dirigenti. Sottolinea Achammer: «La possibilità di adottare un sistema alternativo di valutazione degli studenti ci è stata prospettata dal mondo della scuola. Mi risulta che ci sia una riflessione simile anche a livello nazionale. Nel dialogo con il governo potrebbe spuntare qualche sorpresa a nostro favore». Aggiunge l’assessore Christian Tommasini: «Pronti a trattare per trovare una soluzione che preservi le nostre specificità, nel quadro unitario nazionale». Per il prossimo anno scolastico avanti con i voti dunque? «Inviteremo le scuole a muoversi con un principio di prudenza, visto che la legge resta al momento in vigore, ma sub iudice», risponde il direttore di ripartizione Tonino Tuttolomondo. (fr.g.)

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