«Se entrano in casa ho diritto a difendermi»

BOLZANO. «A casa mia si rispettano le mie regole». Franco Collesei, del "Walther's" non ha mai avuto in mano un'arma ma ha le idee chiarissime. Ritiene che casa e affetti siano "sacri" e che per...



BOLZANO.

«A casa mia si rispettano le mie regole». Franco Collesei, del "Walther's" non ha mai avuto in mano un'arma ma ha le idee chiarissime.

Ritiene che casa e affetti siano "sacri" e che per difenderli una reazione sia indispensabile. «Chi entra a casa mia per rubare deve sapere che può rischiare di finire male» dice con amarezza.

Anche il "rosso" sa cosa significa essere oggetto delle attenzioni dei ladri. I suoi locali hanno spesso ricevuto visite indesiderate. Ma mai con lui presente. «E anche in questo caso - osserva- : cosa c'è di più prezioso del tuo lavoro, del frutto delle tue fatiche? ».

Di solito, cioè sempre, sorride Franco Collesei quando lo incontri tra i suoi tavoli. Questa volta no. Capito l'argomento, il "rosso" del Walther's cambia faccia. Pensa a suo figlio, al suo lavoro.

«Cosa penso di chi spara perché si trova un ladro in casa?»

Già, cosa pensa?

Che vorrei non mi capitasse mai. È una sensazione bruttissima, una vera violenza.

Ma nel caso le accadesse?

Non ho dubbi: quello che è mio lo difendo. E penso pure che se un estraneo entra di notte a casa mia o spacca le vetrine del mio negozio o ruba i frutti del mio lavoro o minaccia i mie cari deve sapere a cosa va incontro».

A cosa?

Anche al peggio. Io li chiamo i rischi del mestiere.

Salvini li ha chiamati "incidenti sul lavoro" a proposito dei ladri sorpresi nelle case dopo i drammi di questi giorni.

Non so cosa ha detto Salvini. Non voglio buttarla in politica. E sbaglia chi lo fa. Un ladro o un rapinatore deve semplicemente sapere che se viene sorpreso a rubare o a minacciare la pace della mia famiglia in casa mia, se trova la polizia viene arrestato ma se trova me rischia grosso».

Lei ha una pistola?

Mai avuta.

E allora, come reagirebbe?

Con quello che trovo. Un cric, un bastone. Signori, la polizia non può essere ovunque e la legge prevede la legittima difesa.

Ma anche che la reazione deve essere proporzionata...

E quale deve essere la proporzione rispetto ad una irruzione in quello che uno ha di più caro, di notte, quando non sai e non puoi calcolare quello che potrà accaderti? Come si vede, anche la legge, in fondo, lascia il cittadino solo. E ognuno prova a fare quello che può per difendersi.

E se accadesse in un suo ristorante?

È già accaduto ma io non c'ero. Ci fossi stato avrei reagito. La casa e i tuoi affetti sono una cosa sacra. Ma è sacro anche il lavoro. Il frutto dei tuoi sforzi, l'impegno dei dipendenti. Non si può permettere un estraneo di portarti via tutto. E non aspettarsi che il padrone reagisca come può. Io direi come deve.

Cosa direbbe ai tanti negozianti rapinati che hanno reagito violentemente?

Che sono loro vicino. Sono solidale. Come si fa a giudicare la paura, il panico che ti prende d'improvviso quando ti vedi minacciato? E anche in casa propria un conto sono le favole un altro la realtà. Io non sono Benigni.

Cosa vuol dire?

Che non sono, non posso essere il papà che ne "La vita è bella" faceva credere a suo figlio di non essere in un Lager. Se arriva un violento e un delinquente in casa tu devi difendere tuo figlio. Le favole non servirebbero a salvarlo. Il mondo è complicato e anche cattivo. (p.c.)

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