Seeber (Leitner): in Alto Adige bisogna snellire la burocrazia

L'imprenditore: in Tirolo tre mesi per una licenza edilizia, qui tre anni


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Più che ridurre il personale che lavora negli enti pubblici, dobbiamo ridurre la burocrazia che ha raggiunto livelli insopportabili». Michael Seeber, amministratore delegato del colosso Leitner che spazia dalle costruzioni agli impianti a fune all'energia, osserva in modo critico lo scontro in atto tra economia e politica sulle strategie per ridurre il peso delle spese fisse (personale e sanità) e dare ossigeno all'economia.
Scusi, significa che non condivide la necessità espressa dal presidente di Assoimprenditori Pan di ridurre la voce personale?
«Dico che non è facile ridurre il personale per un privato, figuriamoci per un ente pubblico. Più che tagliare i posti di lavoro bisogna aumentare l'efficienza. Faccio un esempio: da noi per una fattura dal servizio sanitario bisogna attendere 7-8 mesi. In Germania 8 giorni».
Sette ospedali non sono troppi?
«Bisogna essere realisti: se chiudere un reparto non è facile, figuriamoci sopprimere degli ospedali».
E quindi andiamo avanti così?
«Non ho detto questo. Bisogna razionalizzare».
Che tradotto significa?
«Evitare che tutti facciano tutto, investendo invece nelle specializzazioni. Faccio un esempio: a Silandro si punta in particolare su anca e ginocchio. Non vedo perché non si potrebbe ad esempio aprire un centro di riabilitazione neurologica a Vipiteno».
Perché Fabi, direttore generale dell'Asl unica, non ne vuole neppur sentir parlare, anche se il presidente della Provincia Durnwalder ci crede molto.
«Mi chiedo: è normale che un funzionario se ne esca dicendo il contrario di quello che dice il presidente della Provincia? In un'azienda privata sarebbe impensabile».
Ma perché la Leitner ci tiene tanto alla riabilitazione a Vitipeno?
«La Leitner non c'entra nulla: fa impianti a fune non si occupa di riabilitazione. Ma avendo avuto un'esperienza personale in questo campo, so cosa significa avere un centro di riabilitazione neurologica di alto livello. In Tirolo, nel centro del professore altoatesino Leopold Saltuari, c'è la lista d'attesa per entrare. A dimostrazione che quello che conta non è dove si trova un centro di questo tipo, ma la bravura di chi lo dirige. Alcuni anni fa avevo partecipato ad una serie di riunioni per verificare le possibilità di aprire una struttura simile a Vipiteno, ma poi non se n'è più fatto nulla».
Parliamo di burocrazia.
«Un disastro».
In concreto?
«In pratica significa che per lo stabilimento di Telfs (Austria) in tre mesi abbiamo avuto la modifica del piano urbanistico e la concessione. Da noi in meno di 2-3 anni non si fa nulla. Un altro esempio? A Grenoble (Francia) abbiamo costruito un capannone in tempi da record: lì non esiste la commissione edilizia».
E l'imprenditore è contento perché fa quello che vuole.
«Falso. C'è un funzionario che controlla che si rispettino i vari parametri ed eventuali vincoli».
Come si riduce la burocrazia?
«La Provincia deve intervenire a livello legislativo».
Il presidente di Assoimprenditori si lamenta per la continua "penalizzazione dell'economia" da parte della Provincia.
«Sono d'accordo con Durnwalder. La Provincia in questi anni ha sostenuto molto l'economia: un taglio del 6% in tempi di risparmi è sopportabile. Ha ragione Pan invece quando dice che bisogna pensare ad una strategia diversa per il futuro. Eviterei però le prove di forza da una parte e dell'altra. Bisogna mettersi intorno ad un tavolo e discutere sulle cifre, per vedere dove effettivamente si può rispamiare».
Polo tecnologico: sì o no?
«Non ho condiviso il modo in cui si è messo a punto il documento sul Polo, senza neppure sentire le persone interessate. La Leitner è l'unica che occupa gli spazi all'ex Alumix ed è stata ignorata. Nessun riferimento neppure alla questione brevetti. Al di là di questo comunque, bene il Polo tecnologico ma va pensato per artigiani e piccole industrie».

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