Servizi volontari, sono una decina i profughi impegnati

Alcuni collaborano con polizia municipale e giardineria Altri si danno da fare in mense scolastiche e bar



MERANO. Da giovedì scorso il 21enne James Anya, uno dei profughi alloggiati a Merano, presta opera volontaria e non retribuita per il servizio di manutenzione della segnaletica stradale coordinato dal capitano della polizia municipale Karl Stricker. In totale - tra Comune e Asm - sono una decina i profughi che hanno chiesto di svolgere tale servizio in città.

Già quattro profughi hanno lavorato presso l’amministrazione cittadina: Emmanuel Mensah, 21 anni del Ghana, ha lavorato per la polizia municipale, il 28enne Bakari Jarju, originario del Gambia, ha collaborato con la Giardineria comunale, Ansumana Fadera, 29 anni e pure lui del Gambia, ha aiutato i cuochi nella mensa scolastica di via Toti, mentre Lamine Kote, nato nel 1993 in Senegal, ha lavorato al bar interno del centro diurno per anziani Vita.

Dal 23 novembre si è messo al servizio della comunità locale anche James Anya, che è originario del Ghana come Emmanuel Mensah e come il suo connazionale è stato assegnato al Servizio manutenzione della segnaletica stradale coordinato dal capitano della polizia municipale Stricker.

A inizio settembre altri quattro profughi hanno iniziato a lavorare per l'Azienda servizi municipalizzati. Sempre più rifugiati - uomini e donne - manifestano la propria disponibilità a impegnarsi per il bene della collettività.

Alcuni di loro hanno frequentato a ottobre il corso sulla sicurezza sul lavoro ma sul libero mercato fanno fatica a trovare un'occupazione. Una ricerca che risulta meno complicata se invece già hanno avuto la possibilità di un approccio più "soft" alla realtà locale, magari lavorando per un ente pubblico. E questo è anche il senso del protocollo d'intesa firmato nel 2015 dal Commissariato del governo, dalla Provincia, dai Comuni, dalle associazioni Volontarius/River Equipe e dalla Caritas. L'accordo consente ai profughi, fino al momento del riconoscimento ufficiale dello loro status di rifugiati, di svolgere attività di volontariato non retribuito a favore della comunità locale.













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