Sette anni di carcere al «compagno-padrone»

Il pubblico ministero Luisa Maosna aveva chiesto una condanna a quattro anni di reclusuione, il giudice gliene ha inflitti sette



BOLZANO. Il pubblico ministero Luisa Maosna aveva chiesto una condanna a quattro anni di reclusuione, il giudice gliene ha inflitti sette. E' la disavventura giudiziaria di un cittadino della Repubblica Ceca domiciliato da tempo in Alto Adige denunciato dalla sua ex convivente dopo tre anni di inferno.

L'uomo, che ha 30 anni, dal 2007 al 2010 era solito rincasare completamente ubriaco, maltrattare la propria compagna (anche lei della Repubblica Ceca), prenderla sistematicamente a calci e pugni, trascinarla per la casa trascinandola per i capelli e infine violentandola sessualmente a proprio piacimento. Una storia da «arancia meccanica» che ieri mattina è stata ricostruita davanti alla giudice Carla Scheidle.

Il pubblico ministero Luisa Mosna aveva ritenuto che non vi fosse la prova delle violenze sessuali denunciate. La giudice è stata però di parere diverso e ha disposto la pesante condanna dello straniero che, nel frattempo, ha fatto perdere le sue tracce abbandonando in Italia la compagna.













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Davide Pasquali

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