lo scontro

Settimana Sharm, Achammer gela il Pd

BOLZANO. Si era defilato per lasciare passare la tempesta, ma la conferenza stampa sui progetti provinciali all’integrazione ha costretto l’assessore alla scuola tedesca Philipp Achammer ad...



BOLZANO. Si era defilato per lasciare passare la tempesta, ma la conferenza stampa sui progetti provinciali all’integrazione ha costretto l’assessore alla scuola tedesca Philipp Achammer ad affrontare anche il caso aperto dal Pd con una mozione contro la “Settimana Sharm”.

L’assessorato a volerla fu proprio il suo, con Sabine Kasslatter Mur, quindi Achammer continua a difenderla. La questione è spinosa e l’assessore prova a dribblarla dichiarando poco ma lasciando intendere parecchio. «È una questione di maggioranza che mi suona del tutto nuova e che intendo discutere all’interno della maggioranza e non sui giornali». Il tacito armistizio che sembra regnare tra Pd e Svp prima del voto sul referendum costituzionale è rispettato eppure è difficile che Achammer possa sorprendersi di una contrarietà del partito italiano nota fin dal 2012. Bastava una telefonata alla Kasslatter Mur. «Già allora studiammo una soluzione alternativa per le scuole italiane cui non è stata imposta l’articolazione settimanale sui cinque giorni». Quindi, a fronte di una disposizione che pare cucita a misura sulle necessità delle scuole di valle la scuola italiana, più presente nei grandi centri, potrebbe organizzarsi in modo differente anche in questo caso? «Sì, tecnicamente è possibile». E politicamente? «Politicamente credo che si debba rispettare la maggioranza».

L’Svp, insomma, incassa e aspetta il vertice di maggioranza per dire la sua anche sulla scuola italiana e, semmai, alzare la voce. Una quadra, però, andrà trovata perché la mozione presentata da Roberto Bizzo ha già il sostegno pieno del collega Christian Tommasini. Entrambi pronti a votare per l’abolizione. Il documento, tra l’altro, prevede anche la specifica possibilità di intervenire solo sul mondo italiano. Questo passaggio potrebbe davvero spaccare giunta e consiglio provinciale.

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