Sezione Cai, servono soci tra i 30 ed i 50 anni d’età

Greco e Canini: si tratta di un buco generazionale legato ai tempi delle famiglie I soci «si allontanano» per poi magari tornare una volta che i figli sono sistemati



MERANO. Il mondo è cambiato, e il Cai non è rimasto fermo. Si è evoluto: non è più solo alpinismo, è una realtà sociale, una forma di associazionismo che sulla montagna fa perno e che si muove in varie direzioni tutt'attorno a essa. Giovanni Greco e Claudio Canini si sono da qualche mese invertiti i ruoli al vertice della sezione meranese del Club alpino: ora il primo è presidente e il secondo tesoriere, ragioni statutarie legate al numero di mandati hanno imposto lo scambio.

Ma, di fatto, è come se vi fosse una guida a quattro mani e due teste che pensano all'unisono. E che, mentre tengono sott'occhio l'attività di oggi, spingono lo sguardo al domani. «La sezione gode di buona salute - illustrano Canini e Greco - conta quasi 500 soci ed è una delle maggiori in provincia. Possiede due strutture di proprietà, ha un gruppo giovanile con una ventina di ragazzi fra gli 8 e i 12 anni e ingloba il gruppo di Sinigo, coordinato da Antonio Solin, che condivide gli spazi con l'Ana. Tuttavia dobbiamo affrontare un buco generazionale, quello fra i 30 e i 50 anni, periodo in cui al giorno d'oggi si costruisce e consolida la famiglia. Quando i figli sono cresciuti, i soci ritornano. Ma stiamo lavorando per stimolare anche chi ha impegni “domestici” intensi a partecipare, pensiamo a un Cai a misura di famiglia, che possa interagire con questa fascia d'età. Alcune idee sono sul tavolo e se c'è qualcuno che può fornirci spunti o suggerimenti siamo lieti di ascoltarlo».

La segreteria amministrativa si trova in via Wolf 15, mentre in corso Libertà alloggia la sede delle attività: la biblioteca, una piccola palestra di roccia, una sala conferenze. Qui la commissione culturale sviluppa il suo programma di incontri e proiezioni, qui si ritrova il gruppo dei ragazzi quando non è impegnato nelle uscite. Un gruppo vivace, ma anche in questa direzione il Cai Merano non sta con le mani in mano: «Collaboriamo già con le scuole elementari, adesso stiamo avviando un dialogo con le superiori e per la prossima stagione assieme a queste vorremmo concretizzare un programma. L'intento è di far capire ai giovani il significato del volontariato, il vero collante della società. Inoltre noi siamo in grado di formare e fornire strumenti per affacciarsi a certe professioni, penso per esempio alle guide turistiche o agli accompagnatori in montagna. Sempre più persone praticano escursioni, gite con le ciaspole, scialpinismo. Conoscendo l'ambiente e imparando, si possono aprire prospettive».

Un'associazione multifacce, insomma, con una nervatura a carattere sociale, aperta al mondo e alla generazioni - da non dimenticare le iniziative per gli over 65 -, in cui la montagna è sfondo comune di un'attività che si declina nel tempo libero, nella formazione, nella cultura. Un Cai al passo coi tempi. (sim)

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