Sfida a tre per il Pd «Siamo troppo divisi» - LA GUIDA ALLE PRIMARIE

Gnecchi, Di Fede e Randi in corsa per diventare segretario provinciale Sulle polemiche: «Dobbiamo costruire un partito più trasparente»



BOLZANO. Lo scontro è pesante. Il sospetto di divisioni non sanabili c’è. Il Pd si avvia così alle primarie aperte di domenica in cui verrà eletto il nuovo segretario (intanto si è dimesso Antonio Frena) e la nuova assemblea provinciale. Tre i candidati sul campo, da cui arriva l’augurio che lunedì, «chiunque vinca, si possa ripartire tutti insieme». L’Alto Adige ieri ha messo a confronto i candidati Luisa Gnecchi, Liliana Di Fede e Mauro Randi (così l’ordine sulla scheda elettorale). Questo il dialogo, a tratti teso, cui ha partecipato il direttore Alberto Faustini.

Il forum con i candidati in redazionebbb

La prima curiosità è: chi ve lo fa fare? A Roma si consuma la resa dei conti tra Renzi e Letta, a Bolzano si dimette Frena in polemica con Bizzo e la «caccia alle poltrone». Il Pd è destinato a dividersi?

Randi: «Intanto bisogna intendersi sulla questione delle poltrone. Qui ne occupiamo tutti una. Io sono assessore comunale, Liliana è sindaco di Laives e Luisa deputata. Le poltrone sono potere o servizio? Per me vale la seconda. Non credo che ci divideremo, spero che dal 17 febbraio avremo un partito in cui sarà possibile confrontarsi. Se diventerò segretario, è il mio impegno. Il Pd è in fibrillazione, ma invece di litigare sulle poltrone dovremmo parlare del fatto che la Memc manderà a casa 200 persone. Quanto a Bizzo, mi sta bene che in Commissione dei 6 ci sia un esponente del partito locale. Noi tre candidati siamo stati ascoltati su questo punto».

Gnecchi: «Lunedì dovremo fare una festa e ripartire. Comunque vada. Mi fido di Liliana Di Fede e Randi, non hanno responsabilità diretta per come è stato gestito il partito negli ultimi anni. Una gestione che contesto e da cui è partita la mia candidatura di dissenso».

Di Fede: «I cittadini assistono a una situazione che non può piacere a nessuno. Il partito deve mettere le persone giuste al posto giusto. Bizzo è stato un ottimo assessore, ma se avessimo scelto “a prato verde”, come si dice, un candidato per la paritetica non avremmo pensato all’ingegner Bizzo. Questo dobbiamo dircelo. È vero che sono stata chiamata per un parere. In un partito così diviso dire “no” avrebbe significato portare la spaccatura ai massimi livelli. La mia risposta è stata: ne usciremo con una immagine devastata, ma partiamo da questo per ricostruire. Ho fatto parte della trattativa con la Svp per la coalizione: mi ha colpito che siamo un partito con tante belle teste. È questo che dobbiamo fare emergere, dobbiamo mettere ordine».

Come?

Di Fede: «Regole, trasparenza, rete con i territori».

Randi: «In questi anni non sedevo in segreteria, il luogo in cui si decide cosa andrà discusso nella assemblea provinciale. Ho chiamato persone nuove nella mia lista. I valori citati da Liliana Di Fede non sono stati praticati».

Di Fede: «Questo da tutte le parti».

Randi: «Una parte del gruppo che ti appoggia dovrebbe spiegare perché si è mossa con ricorsi e non applica la trasparenza. È vero che abbiamo molte teste, ma tante ne abbiamo perse e il partito non si è interrogato sui motivi. D’altronde non si è parlato di tante cose, a partire dalle politiche fiscali».

Di Fede: «Tutti i gruppi del Pd hanno allontanamenti da intestarsi...».

Randi: «Ciò non toglie che avremmo dovuto chiederci il perché».

Luisa Gnecchi durante il confrontonnnn

Sembra un dialogo tra pochi, i cittadini non parlano di voi e di queste primarie. Quanti verranno a votare?

Randi: «Abbiamo 700 iscritti, alle primarie di dicembre sul segretario nazionale abbiamo avuto 7000 partecipanti. La metà andrebbe bene. Ho cercato di girare la provincia per incontrare le persone normali e i militanti dei circoli, ciò che mancato».

Gnecchi: «Discutere va bene, non mi spaventa. Se un congresso non è il momento in cui dire la propria ed esprimere le critiche, quando allora? Poi, insisto, arriva il 17 febbraio e dobbiamo lavorare insieme. La mia candidatura vuole essere anche un gesto di autocritica: le elezioni provinciali non sono andate bene. Non possiamo dare la colpa agli elettori, abbiamo commesso errori. Anch’io dico di ripartire dai circoli, attirare persone nuove. Non è normale che non facciamo nemmeno più la festa del partito e che per i volantinaggi dobbiamo ringraziare sempre il solito eroico pugno di militanti».

Il programma di Gnecchi e Randi è fortemente critico sulla gestione attuale del Pd. Nel programma di Liliana Di Fede, sostenuta da buona parte dell’attuale gruppo dirigente, non ci sono spunti critici, dai risultati delle elezioni a un Pd troppo silenzioso sullo scandalo energia.

Di Fede: «Certo che servono dei cambiamenti, Ad esempio sull’energia in certi passaggi avrei votato contro, mentre i nostri assessori si sono astenuti. Non ci sto però a dire che il nuovo è tutto dall’altra parte. Le candidature alle provinciali sono state decise in un certo modo, senza primarie, con il pieno consenso di Bizzo. Verginelle non ne vedo. Anch’io voglio parlare delle cose vere e sulla Memc, oltre all’angoscia mi viene anche una botta di rabbia. Per lavorare bene come partito dobbiamo abbassare i toni e concentrarci sui temi e la tua candidatura, cara Luisa, mi è sembrata olio sul fuoco. Alcune coppie in crisi riescono almeno a ricordare cosa le ha unite all’inizio, altre neppure quello. Stiamo attenti a non finire in quel tunnel».

Gnecchi: «Non accetto che la mia candidatura venga giudicata olio bollente. Due anni fa Carlo Bassetti mi proposte si fondare il gruppo dei non allineati, rifiutai e scelsi il silenzio. Adesso ho deciso di esprimere il mio dissenso».

Randi pensa a un Pd che guarda soprattutto al gruppo italiano, mentre Liliana Di Fede sostiene la linea del Pd plurilingue. È una delle differenze più marcate tra voi.

Randi: «Alle provinciali sono mancati troppi italiani al voto. C’è un problema enorme di consenso del gruppo italiano, che non va abbandonato a se stesso».

Di Fede: «Il Pd ha le sue radici e le manterrà, ma dobbiamo guardare al futuro e presto si parlerà di riforma dell’autonomia e della proporz, che non sta giovando agli italiani. Penso a un Pd moderno, che tuteli le pari opportunità dei cittadini e così facendo tutelerà anche gli italiani». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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