Si abbatte lo Steidlerhof due mesi di demolizioni
Occorreranno per separare e smaltire tutti i vari tipi di materiali e macerie Via Roen: si costruiranno 25 alloggi CasaClima A, tutti venduti prima di abbattere
BOLZANO. C’è modo e modo di condurre un cantiere, e non soltanto in termini di sicurezza del lavoro. C’è (oppure in molti casi non c’è) pure il rispetto per i vicini. Certo, inutile ignorarlo, qualche innegabile disagio in questi casi esiste sempre, in primo luogo l’inevitabile rumore, ma son tutte cose che si possono sopportare.
I cantieri che funzionano bene però, in realtà, non sono moltissimi.
E in questa nostra città, dove non rimanendo quasi più spazio per erigere edifici su terreni vergini, ormai la nouvelle vague è costruire sul costruito, ossia abbattere il vecchio per ricostruire il nuovo, questa attività demo-ricostruttoria sta avendo delle notevoli ripercussioni sulla vita dei quartieri.
Tutto ciò per dire che quando si lavora a modino, è proprio il caso di raccontarlo. Lo stanno facendo per esempio all’ormai ex albergo Steidlerhof, in fondo a via Roen, all’incrocio con via Amalfi.
Chiuso da qualche mese, ora si è iniziato a demolirlo.
Si realizzerà un residence, con 25 appartamenti, tutti CasaClima A, prezzi fra i 3.300 e i 3.500 euro al metro quadro, in una zona piuttosto di pregio, piuttosto tranquilla, con molto spazio sul retro, a un niente dal cuneo verde. Vicine ci sono anche scuole e asili, la fermata del bus più vari altri servizi.
Non per nulla, gli appartamenti sono andati via come il pane: tutti venduti dalla Aimo Immobilien di Sarentino, non solo ancora prima di iniziare a costruire, ma addirittura prima di iniziare a demolire. Sulla carta.
Gli alloggi previsti in realtà erano più di venticinque, ma, visti i prezzi contenuti - ovvio: sempre in relazione a Bolzano e alla zona - più di qualcuno degli acquirenti ne ha fatti accorpare due, per starci più largo.
Particolari di vendita e costruzione a parte, in queste settimane gli occhi del rione sono puntati sulla demolizione. Che durerà la bellezza di un paio di mesi.
Come mai così tanto? Sono gli stessi operai del cantiere a spiegarlo, volentieri, a chiunque dei passanti si interessi: a demolire ci vorrebbe niente, ma il brutto è che si deve smaltire tutto quanto. Differenziare per avviare al riciclaggio.
E allora, i metodi esistenti sono due: o si demolisce in fretta, si getta tutto in un unico calderone e si incarica una ditta specializzata di separare vetro, legno, metalli, cemento, plastica, gomma eccetera, oppure lo si fa in cantiere, pezzo per pezzo. Prima via le finestre, di qua i vetri, di là i telai. Poi via le tapparelle. Poi via i parapetti dei balconi. Eccetera eccetera.
Unica differenza: il secondo metodo è più conveniente. Le ditte specializzate, infatti, pare costino una follia. Un costo in meno da sostenere per la ditta che costruisce, uno sconto per chi acquista.
Infine, un ultimo particolare: per evitare la diffusione di sostanze nell’atmosfera si utilizza un cannone da neve: spruzza acqua per abbattere la polvere.
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