Siamo più poveri, aiuti a 30 mila persone

Preoccupanti i dati dell’ultimo anno: aumentano coloro che pur avendo un’entrata economica, non arrivano a fine mese


di Alessandro Bandinelli


BOLZANO. Nel ricco Alto Adige, la povertà continua a crescere. È quanto emerge dalla relazione annuale della Caritas. Per i due direttori Paolo Valente e Heiner Schweigkofler nel 2014 il numero di chi ha chiesto aiuto è aumentato: sono circa 30 mila le persone che si sono rivolte agli oltre 30 servizi dell’associazione.

«Uno dei motivi - hanno spiegato ieri nel corso di una conferenza stampa - è sicuramente il perdurare della difficile situazione economica che sta mettendo in ginocchio sempre più persone. Rapporti di lavoro precari, pensioni o redditi troppo bassi fanno sì che molte persone non riescano più a pagarsi gli affitti, le bollette di luce, acqua e gas, i generi alimentari e i medicinali. E questo non accade solo a chi già si trova ai margini della società, ma anche a una parte della cosiddetta classe media che non riesce più a far fronte all'alto costo della vita».

Terza età. C'è poi il problema della povertà nella terza età, più diffuso di quello che si possa pensare perché “silenzioso”. Capita spesso che chi si trova in difficoltà e fa fatica ad arrivare a fine mese, non vuole mostrarlo e si chiude sempre più in se stesso, soffrendo così anche di solitudine e aggravando situazioni psicologiche già fragili.

«Le preoccupazioni finanziarie - ha spiegato Stefan Plaikner, responsabile del Centro ascolto e della Consulenza debitori - spingono spesso le persone al limite della loro capacità di sopportazione. Affiorano così anche malattie psichiche e altri problemi. Chi è colpito da queste situazioni prova vergogna, sensi di colpa, spesso depressione e angoscia. Ci sono inoltre ripercussioni negative sulle famiglie e tutto ciò porta generalmente all’isolamento e all’esclusione sociale».

Se è vero che aumenta la povertà, è vero anche che cresce la disponibilità ad aiutare gli altri. Nel 2014 sono stati 7350 i donatori, inoltre si è passati dai 225 volontari del 2013 ai 913 del 2014, a questi si aggiungono i tantissimi volontari delle parrocchie, per un totale di 5000 uomini e donne che dedicano parte del loro tempo al servizio per gli altri.

I profughi. Inoltre, secondo Valente, l'aumento degli interventi della Caritas non è da interpretare solo in relazione all'incremento della povertà, ma il dato va letto anche come una crescente fiducia da parte dei bisognosi nell'affidarsi a una struttura che riconoscono come amica e familiare, «come un parente, un caro di cui fidarsi».

Particolarmente grave è la situazione dei profughi di cui ha parlato invece il direttore Heiner Schweigkofler – che presto lascerà l'incarico – secondo cui il coordinamento di tutte le istituzioni si riuscirà però a fronteggiare questa nuova emergenza: «Il compito della Caritas è quello di individuare le strutture per l'accoglienza, un compito non sempre facile, come a Vipiteno, dove sono sorti comitati contrari alla nascita di questi centri».

L'operato della Caritas si spinge però anche oltre i confini nazionali, laddove nasce il bisogno. Nel 2014 sono stati 1,9 i milioni di euro di donazioni destinati a progetti di aiuto all’estero. Fabio Molon, responsabile dell'ufficio esteri, ha spiegato che sono 226.000, quest'anno, i beneficiari all'estero degli interventi dell’associazione.

La Provincia. «Come Occidente abbiamo il dovere di intervenire. Per decenni abbiamo sfruttato le risorse di quei Paesi, riducendo alla fame intere popolazioni, appoggiando fazioni, alimentando conflitti, pur di garantirci il controllo dei mercati». In una nota, l'assessora provinciale alla politiche sociali e del lavoro Martha Stocker prende atto con preoccupazione di quanto emerso dalla relazione e conferma il fatto che le ripercussioni della crisi si fanno ancora sentire sul mercato del lavoro provinciale, di qui l'impegno della giunta per favorire misure per l'occupazione delle fasce più svantaggiate e per il sostegno delle famiglie colpite dalla disoccupazione.

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