Bolzano

Sicurezza, alla polizia locale in dotazione la “pistola lazo” 

Accantonato il taser: per i prossimi sei mesi alcuni agenti della municipale di Bolzano sperimenteranno il BolaWrap. È un dispositivo di contenimento da remoto che blocca il soggetto con un laccio in kevlar senza possibili effetti collaterali


Paolo Tagliente


BOLZANO. Niente taser, almeno per il momento, alla polizia municipale di Bolzano. Il Comune, infatti, ha deciso di dare il via alla sperimentazione di un altro dispositivo di contenimento “da remoto”: il BolaWrap.

La decisione è arrivata al termine di un dibattito in consiglio comunale che aveva visto due mozioni, quella della Lega e quella di Oltre, a favore del taser. Favorevole, seppur informalmente, s’era detto anche il nuovo comandante della polizia municipale, Fabrizio Piras. Di tutt’altro avviso, il sindaco Renzo Caramaschi che, fin dall’inizio della discussione, s’era detto contrario alla “pistola elettrica”, considerandola troppo pericolosa, e che per questo ha proposto di guardare alla sperimentazione di un dispositivo meno pericoloso come il BolaWrap. Proposta accolta dal consiglio e ratificata dalla giunta, con l’astensione della sola assessora Chiara Rabini.

«Il BolaWrap – spiega soddisfatto il sindaco – non è considerato un’arma, a differenza del taser che è assai più pericoloso. Se otteniamo lo stesso effetto senza il rischio di provocare danni alle persone è meglio, anche perché la responsabilità di lesioni o di persone morte resta in capo all’agente della polizia municipale. La sperimentazione durerà sei mesi, al termine del quale il comandante della polizia municipale relazionerà sull’efficacia di questo strumento, già sperimentato in modo positivo a Genova, e valuteremo se adottarla in modo più diffuso».

L’iter per dare il via alla sperimentazione è già in fase avanzata e prevede un’iniziale formazione con degli istruttori per le corrette modalità di utilizzo e poi verrà affidato a un ristretto numero di agenti. Cos’è il BolaWrap Si tratta di un dispositivo non letale che ha l’aspetto di un palmare ed è composto da un laccio in Kevlar, estremamente resistente, che viene “sparato” contro il soggetto da rendere innocuo, “legandolo” in maniera non definitiva, letteralmente attorcigliandosi attorno a parti del corpo che devono essere preferibilmente il tronco, le braccia o le gambe.

All’estremità di questo laccio - lungo due metri e mezzo, “sparato” a una velocità di circa 195 metri al secondo; ad una distanza che varia tra i tre e gli otto metri – ci sono due piccole ancore dotate di quattro uncini metallici, appesantiti da un tubetto in metallo (che ne indirizzano la traiettoria) che vanno ad agganciarsi sul vestiario e, quindi, impediscono che il laccio si possa slegare se non rimosso manualmente.

Il principio di funzionamento è lo stesso di quello delle bolas, usate per la caccia dai cavalieri delle pampas argentine, che non uccidono o feriscono la preda, ma la immobilizzano. Si tratta di un sistema sicuro, insomma, a differenza del taser che può causare aritmia cardiaca e, in soggetti cardiopatici, anche la morte improvvisa. La polizia locale di Genova, lo scorso settembre, è stata la prima ad avviarne la sperimentazione in Italia e la seconda in Europa. Ad addestrare gli agenti del capoluogo ligure, ex poliziotti statunitensi: il BolaWrap è prodotto e commercializzato da un’azienda americana.













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