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Slot nei bar, dal Tar di Bolzano un altro sì al "distanziometro"

Il tribunale amministrativo di Bolzano ribadisce la legittimità del "distanziometro" per i locali provvisti di slot machine. I giudici hanno rigettato il ricorso di un esercente a cui era stata intimata dal Comune la rimozione degli apparecchi poiché troppo vicino (a meno di 300 metri) da luoghi sensibili


di Davide Pasquali


BOLZANO. Il Tar Bolzano ribadisce la legittimità del "distanziometro" per i locali provvisti di slot machine. I giudici amministrativi - spiega Assotrattenimento, l'associazione dei noleggiatori e gestori di slot machine in seno a Confindustria - hanno rigettato il ricorso di un esercente a cui era stata intimata dal Comune di Bolzano la rimozione degli apparecchi poiché troppo vicino (a meno di 300 metri) da luoghi sensibili.

La norma provinciale sul "distanziometro", secondo i giudici, ha basi fondate: "Il legislatore provinciale - si legge nella sentenza - non è intervenuto per contrastare e prevenire il gioco illegale (cioè per prevenire reati o mantenere l’ordine pubblico), né per disciplinare direttamente le modalità di installazione e di utilizzo degli apparecchi da gioco leciti e nemmeno per individuare i giochi leciti (materie riservate alla competenza del legislatore statale).

E’ intervenuto per disporre la rimozione degli apparecchi da gioco in ragione della loro prossimità a determinati luoghi, che potrebbero, da un lato indurre al gioco soggetti psicologicamente più vulnerabili o immaturi e, dall’altro lato, creare problemi di viabilità e di inquinamento acustico delle aree interessate".ù

Il Collegio, prosegue Assotrattenimento, sottolinea che il Tar "ha già avuto più volte occasione di chiarire che la norma provinciale che impone la rimozione degli apparecchi da gioco leciti non incide in alcun modo sul funzionamento della rete telematica dei giochi leciti", poiché gli apparecchi "possono essere installati in esercizi ubicati al di fuori delle aree sensibili, senza alcun pregiudizio per la rete telematica".

La rimozione degli apparecchi, inoltre, tocca al titolare del negozio, e non ai proprietari o noleggiatori delle slot: "L’obbligo di rimuovere le slot colpisce, in via diretta, il titolare della licenza di pubblico esercizio, in quanto unico soggetto che ha la disponibilità esclusiva del locale".

D’altra parte, conclude Assotrattenimento, "in sentenza si dice che l’amministrazione comunale è del tutto estranea ai rapporti che legano i titolari delle licenze di esercizi pubblici con i proprietari/noleggiatori e con i concessionari dei giochi, che restano regolati dai rispettivi contratti".













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