Soldi Ae, Calò, Spagnolli e Januth dovranno risarcire 200 mila euro

La sezione centrale d’appello della Corte dei Conti ha confermato il verdetto di primo grado Illegittima la sponsorizzazione decisa per i campionati giovanili di atletica del 2009 a Bressanone


di Mario Bertoldi


BOLZANO. La condanna dell’ex amministratore delegato di Azienda Energetica Pietro Calò e dei sindaci di Bolzano e Merano ora è definitiva. La prima sezione centrale d’appello della Corte dei Conti ha infatti respinto il ricorso depositato dai tre pubblici amministratori condannati in primo grado ad un risarcimento complessivo di 200 mila euro nelle casse di Azienda Energetica.

Al centro del caso c'è la sponsorizzazione di Azienda Energetica (ritenuta spropositata anche in relazione all'entità dell'impegno finanziario) per i campionati mondiali giovanili di atletica leggera svoltisi nel 2009 a Bressanone. In primo grado i giudici della Corte dei Conti di Bolzano stigmatizzarono la condotta dei tre pubblici amministratori che venne definita non solo gravemente censurabile ma anche priva (per la determinazione dimostrata nel voler raggiungere l'obbiettivo) di qualsivoglia attenuante.Il giudizio di secondo grado ha confermato in pieno la sentenza la sentenza di Bolzano nella quale fu rilevato che non si trattò nemmeno di una sponsorizzazione vera e propria quanto piuttosto di un contributo elargito - secondo quanto sostenuto anche dal procuratore regionale Robert Schülmers - aggirando i limiti previsti per le amministrazioni comunali di riferimento. In sentenza la Corte dei Conti di Bolzano indicò Calò responsabile al 70 per cento (con una condanna risarcitoria di 140 mila euro) ed i sindaci di Bolzano e Merano (Luigi Spagnolli e Günther Januth) responsabili per un 15 per cento a testa (con una condanna risarcitoria per ognuno di 30 mila euro). Ora la sezione centrale d’appello della Corte dei Conti a Roma ha confermato il verdetto che diventa definitivo e che obbligherà Pietro Calò ed i due sindaci a mettere mano al proprio portafogli.

In sentenza i giudici romani rilevano che nonostante avessero assunto l’iniziativa di promuovere la manifestazione, i due Comuni di Bolzano e Merano non avrebbero potuto agire impegnando le proprie finanze perchè ciò avrebbe comportato il superamento dei limiti di spesa fissati dal patto di stabilità interno vincolante. Non solo. La prima sezione centrale d’appello della Corte dei Conti di Roma ritiene anche che, leggendo il contratto di sponsorizzazione, si faccia fatica «a comprendere l’esatto ritorno in termini di immagine per gli enti locali coinvolti». I giudici sottolineano poi la posizione critica al tempo sostenuta dal collegio sindacale di controllo di Azienda Energetica ove la sponsorizzazione in questione viene definita una erogazione in cui Ae sarebbe stata costretta da «sollecitazione degli enti proprietari che poco hanno a che fare con la logica di una efficiente gestione aziendale».

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