«Solland, senza rilancio è meglio chiudere subito»

Scettico sul futuro del silicio, il primo cittadino teme incidenti nell’impianto In consiglio lo smentisce il capo dei pompieri: «I materiali a rischio resterebbero»


di Giuseppe Rossi


MERANO. Dipendesse dal sindaco Paul Rösch, la Solland Silicon, la fabbrica che produce silicio a Sinigo, proprietà dell’imprenditore Massimo Pugliese, andrebbe chiusa subito. Non è la prima volta che il sindaco Verde di Merano ripete la propria posizione sullo stabilimento di via Nazionale e in particolare sul reparto policristallo che conta oltre 150 operai.

La dichiarazione, destinata a provocare polemiche e la pronta reazione dei dipendenti dello stabilimento di Sinigo, ha avuto come platea non un colloquio riservato, ma l'aula del consiglio comunale nella serata dedicata alle relazioni da parte dei vari gruppi di volontari che in città compongono il piccolo esercito delle forze di protezione civile. "Non esiste al mondo - ha detto il sindaco commentando la situazione di Sinigo - che la sicurezza dei nostri concittadini dipenda dal fatto se l'imprenditore Pugliese paghi o meno lo stipendio ai suoi operai. Se nessuno è disposto a rilevare la fabbrica, allora è meglio chiudere. Io credo che la città sia in grado di assorbire i lavoratori destinati a perdere il posto".

Una dichiarazione forte, netta sullo stabilimento chimico che fa parte della storia della città, un appello rivolto in particolare al presidente della giunta provinciale, ente che in questi anni ha più volte trattato l'argomento sicurezza dello stabilimento di Sinigo.

Per Rösch la produzione di silicio nella conca meranese non ha futuro e, di fronte al rischio di possibili incidenti, meglio chiudere l'attività produttiva. Durante la stessa seduta di consiglio comunale l'opinione di Rösch non è stata però condivisa dal comandante dei vigili del fuoco di Merano Karl Gamper, forse la persona più indicata a dire come stanno veramente le cose in tema di sicurezza per i cittadini dentro i recinti della fabbrica di Sinigo. Gamper ha segnalato come, rispetto all'incidente verificatosi diversi anni fa, le cose siano molto cambiate e lo stesso corpo dei vigili del fuoco sia molto più preparato per affrontare emergenze simili. "La chiusura - ha detto in aula Gamper - non mi trova concorde, perché i materiali pericolosi rimarrebbero comunque dentro lo stabilimento e dovrebbero essere in ogni caso monitorati e controllati”.

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