Solland Silicon, oggi l’intesa coi sindacati al voto dei lavoratori

All’ordine del giorno gli accordi di secondo livello disdettati Intanto ancora dubbi sulla ripresa dell’attività al policristallo


di Ezio Danieli


MERANO. Giornata importante, quella odierna, per i lavoratori del policristallo della Solland Silicon di Sinigo. Nella sala mensa dello stabilimento, è all’ordine del giorno l'assemblea di tutti i dipendenti per ascoltare dai sindacalisti provinciali e dalla rsu aziendale l'ipotesi di accordo che è stata raggiunta con la direzione aziendale la scorsa settimana.

Se tutti i lavoratori - ma appare un’eventualtà difficilmente realizzabile - dovessero esprimersi a favore dell'intesa raggiunta con la Solland Silicon, l’accordo entrerebbe subito in vigore. In caso contrario, ed è la soluzione più probabile, i lavoratori saranno chiamati ad esprimersi tramite un referendum che è già stato organizzato per i prossimi giorni.

L'intesa raggiunta fra sindacati e direzione della Solland Silicon (subentrata nella proprietà dal 1° gennaio alla SunEdison) riguarda gli accordi di secondo livello disdetti, come noto, dalla proprietà precedente. L'accordo è stato raggiunto nei giorni scorsi: secondo i sindacalisti è un passo importante, che potrebbe sbloccare una situazione di incertezza. Porterebbe dei vantaggi ai lavoratori, pur non concedendo loro le stesse condizioni che avevano prima della disdetta unilaterale decisa da SunEdison per ridurre il costo del lavoro.

Intanto Massimo Pugliese, ad di Solland Silicon, l'altro pomeriggio all'incontro con sindacati e rsu non ha sciolto tutti i dubbi relativi alla ripresa della produzione nel reparto policristallo di Sinigo. Come noto il reparto è ancora fermo, nonostante le promesse fatte, prima al ministero allo sviluppo sociale e poi presso Confindustria, che l'attività produttiva sarebbe ripresa prima della fine di giugno: "L'auspicio è di riavviare la produzione entro il 15 luglio. Ma molto dipenderà dalla Evonik germanica che deve fornire la materia prima. Alla peggio la produzione, a Sinigo, inizierà con il 1° settembre". Parole che non hanno soddisfatto del tutto i sindacalisti. Per la cinquantina di operai che sono ancora in attesa è stata confermata la richiesta di cassa integrazione per altri tre mesi. La difficoltà della Evonik è legata al mancato funzionamento di un reattore nello stabilimento in Germania, problema tecnico che non garantisce la materia prima necessaria alla ripresa della produzione a Sinigo dove gli impianti sono ancora fermi. Pugliese ha confermato le richieste del mercato e quindi s'è detto fiducioso che la Evonik mantenga i patti a suo tempo stabiliti.













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