Sorpresa: il «Negrelli» non è di Negrelli 

L’edificio originario è stato abbattuto dai bombardamenti durante la guerra In commissione edilizia i documenti storici rischiano di inficiare il ricorso al Tar



BOLZANO. Non è successo come per i falsi Modigliani ma quasi. La "Negrelli Halle", quel deposito ferroviario su cui si sta battagliando da mesi, non è di Luigi Negrelli. Non è il suo, non si tratta dell'edificio da lui costruito nel XIX secolo, è completamente diverso da quello progettato dall'ingegnere che mise in piedi l'asse del Brennero sotto gli Asburgo.

Perché? Per la semplice ragione che quello originale è stato distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. È venuto giù tutto. Si sono salvate solo le fondamenta.

«E quello che vediamo oggi - spiega Carlo Azzolini, architetto, membro della commissione edilizia e accanito ricercatore di memorie storiche- è un magazzino tirato su in fretta dalle Ferrovie dello Stato negli anni della ricostruzione. Completamente diverso dall'originale sia in pianta che nella struttura. E pure nei materiali usati».

Questa cose l'architetto le ha dette in Comune, davanti agli altri commissari municipali, molto sorpresi, distribuendo loro copie del progetto originario, stampe d'epoca, sezioni dell'una e dell'altra edificazione.

Insomma, quello che era stato definito "una testimonianza preziosa e intatta" della prima rivoluzione industriale tirolese e per la quale Dachverband, Fai, Schützen e altri gruppi protezionisti coordinati dal Kuratorium di Wittfrida Mitterer appoggiata da imprenditori come Heiner Oberrauch e Alois Lageder scesi in trincea chiedendo di bloccarne l'abbattimento e, di fatto, di impedire la costruzione in quel luogo della nuova stazione dei bus, non è nulla di tutto questo: è un falso.

Come può accadere per un quadro originale riprodotto da un imitatore.

Per di più senza tener conto delle intenzioni del vero artista.

«Ad esempio - continua Azzolini - il tetto originale era stato costruito con assi di legno, questo di oggi invece con mattoncini di poco pregio. Nelle vecchie stampe si possono poi vedere due torri, si nota ancora nella sezione tratta dal progetto a firma di Negrelli che i perni di collegamento delle travi che sostengono il tetto sono posti in un altro modo. Le travi stesse, naturalmente, non sono più quelle».

E poi all'esterno, è emerso, non esistono più i "rostri" di metallo che sostenevano le capriate. In una parola: è tutta un'altra costruzione. Il magazzino originale, con i materiali scelti dall'ingegnere ottocentesco, la sua antica struttura, le capriate, i metalli, l'architettura stessa, insomma tutto è andato perduto sotto le bombe degli aerei americani. Come gran parte delle strutture di servizio e logistiche della stazione di Bolzano.

E così - ma la parola finale spetta ovviamente ai giudici del Tribunale amministrativo regionale che ne discuteranno nell’udienza di merito fissata per 28 novembre - diventa a grande rischio il ricorso firmato dal Dachverband e sostenuto da tutte le organizzazioni di cui sopra, che ha portato al provvedimento di sospensione deciso dal Tar dei lavori già programmati per la sua demolizione.

Sempre nel corso della commissione edilizia comunale, sono state definite "superficiali e affrettate" le ricerche condotte dal Kuratorium della Mitterer e dalle altre organizzazioni intorno all'edificio in questione. «Anzi, pare non siano state condotte affatto, qualcuno ha poi sussurrato. Prefigurando anche un uso "strumentale" della Negrelli Halle in funzione anti-progetto. Sia Pru che Areale. In conclusione: una brutta storia.

Che ha indotto commissioni provinciali, commissari comunali, sindaco, governatore, tecnici e architetti a dibattere e a confrontarsi su qualcosa che non è mai esistito. Meglio: che è esistito solo fino alla seconda guerra, poi più.

«La vicenda - commentava ieri sera Silvano Baratta, presidente del consiglio comunale e membro della commissione edilizia - a questo punto mi sembra definitivamente chiusa. Abbiamo visto le carte e le vecchie foto che documentano come la costruzione originaria, progettata da Negrelli, sia stata abbattuta dai bombardamenti».

Intanto la commissione edilizia ha deciso di rinviare alla prossima seduta l’esame del progetto della nuova stazione della autocorriere che dovrebbe sorgere lì dove oggi c’è il vecchio deposito fs.













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