Sottosegretari, Bressa si smarca Salgono le quotazioni di Tonini

Il deputato: «Ho rinunciato da tempo ad un posto nel governo, preferisco il lavoro in commissione» Il senatore trentino è tra i papabili. La Svp (anche se Ottobre sgomita) si tira fuori: come sempre


di Maurizio Dallago


BOLZANO. La partita per viceministri e sottosegretari è sempre questione da ultimo secondo. Indiscrezioni e «rumors» della politica romana davano Gianclaudio Bressa tra i papabili per un posto da sottosegretario al ministero per le Riforme ed i rapporti con il Parlamento. Ma è lo stesso deputato Pd, eletto in regione e altoatesino d’adozione, a smentirle seccamente. «Nulla di vero, ci ho rinunciato già da tempo, preferisco il lavoro in commissione», così Bressa. La Stella alpina resterà fuori dai giochi (anche se Ottobre sgomita), mentre l’ex governatore trentino Lorenzo Dellai ha scelto di restare fuori dal governo, sostenendo Mauro e preferendo la guida del gruppo dei deputati di Per l’Italia. Tra i politici regionali le maggiori possibilità di andare al governo le ha il senatore Dem Giorgio Tonini.

Bressa avrebbe potuto trovare posto nel ministero della Boschi dove verrebbe riconfermata come sottosegretario la sua collega di partito Sesa Amici, con il deputato a seguire nello specifico il percorso delle riforme, anche se pure agli Affari regionali l’attuale presidente delle Commissioni dei Sei e dei Dodici avrebbe portato in dote la sua lunga esperienza di parlamentare.

Il Consiglio dei ministri con le nomine dovrebbe avere luogo oggi o al più tardi domani, dopo che era stata ventilata l’ipotesi di una seduta ancora nella giornata di ieri. Ma in serata a Palazzo Chigi si limava ancora la lista di viceministri e sottosegretari. Ed anche la giornata odierna potrebbe servire per chiudere alcune caselle.

I tempi si allungano. In tanti si sono fatti avanti. Non la Stella alpina che prosegue con la linea che mantiene dal 1948 ad oggi. Niente esponenti del partito al governo. «Ci interessa di più un dialogo con l’esecutivo su temi che ci stanno a cuore, ad iniziare dal potenziamento dell’autonomia», sottolinea l’onorevole Daniel Alfreider.

Come sempre - allo stesso modo del conclave quando si entra papa e si esce cardinale - anche la partita per i posti di seconda fila al governo si gioca con una serie di variabili. C’è da tenere in considerazione l’appartenenza ai partiti, la dislocazione geografica dei candidati, i numeri al Senato che non sono così ampi per la maggioranza. Insomma un manuale Cencelli da applicare in modo scientifico. Anche se Renzi - sull’onda di quanto fatto per i ministeri - vorrebbe un numero ridotto di viceministri e sottosegretari con, se possibile, parità di genere.

Tra le voci di ieri quella che vedeva un certo interesse di Mauro Ottobre per un posto al governo. Il deputato trentino - ma con qualche trascorso in Alto Adige - eletto sotto le insegne della Stella alpina - non ha però possibilità di entrare nella compagine governativa. «La linea di Svp e Patt è la stessa», chiude Alfreider.













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