Sparatoria, sfiorato dal proiettile 

L’inquietante scoperta. Uno dei colpi esplosi sabato sera da ignoti s’è conficcato a pochi centimetri da una finestra del piano superiore Tosolini (Ipes): «L’obiettivo futuro è un piano sulla sicurezza». Maturi (Lega): «Ora basta, il sindaco collabori con noi alla stesura di un piano»



Bolzano. Che l’episodio fosse estremamente grave era stato subito chiaro. solo per un miracolo, quegli spari - cinque probabilmente – esplosi contro la palazzina ipes al civico 4 di via bari, sabato sera, non avevano ferito nessuno. nelle ultime ore, però, alla luce del sole, s’è scoperto che la fortuna, sabato, aveva fatto davvero gli straordinari. la ragazza che abita nell’appartamento sopra a quello preso di mira, s’è accorta, mentre faceva le pulizie, che un proiettile aveva raggiunto anche l’alloggio al piano superiore. e aveva colpito l’intelaiatura della finestra, rimbalzando e conficcandosi sul muro della veranda. proprio dove, di solito, a quell’ora, siede il padre della giovane per cenare. quella che a tutti è parsa come un’azione intimidatoria, insomma, avrebbe potuto avere conseguenza tragiche. ma nessuno si è accorto di nulla e in molti, nella palazzina, hanno pensato che quei botti fossero petardi.

I colpi

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Squadra mobile di Bolzano, coordinati dal vice questore aggiunto Giuseppe Tricarico, i colpi esplosi contro l’appartamento, in cui si trovavano una giovane mamma e i suoi sei figli, sono stati una mezza dozzina. Difficile stabilire con precisione quanti, anche perché non sono stati trovati bossoli. I colpi di pistola, insomma, potrebbero essere anche di più. L’assenza di bossoli sull’asfalto può essere spiegata in due modi: chi ha sparato, che si trovava su una vettura in transito, è stato attento a non esporre la pistola fuori dall’abitacolo, facendo sì che i bossoli vuoti espulsi dopo ogni sparo cadessero all’interno della vettura. Accorgimento, questo, che impedisce alla polizia di avere in mano elementi su cui eseguire esami balistici in grado di “identificare” la pistola. L’altra ipotesi è che, per sparare, sia stato utilizzato un revolver e cioè una pistola a tamburo che “trattiene” il bossolo dopo lo sparo. L’episodio, secondo gli inquirenti, la cui opinione è rafforzata anche dalle testimonianze di molti residenti , sarebbe collegata a liti tra famiglie nomadi.

La presidente Ipes

Quanto successo sabato sera ha scosso anche i vertici di Ipes. «Si tratta di atti sempre condannabili – Francesca Tosolini, presidente dell’Istituto per l’edilizia sociale -. Avevo già richiesto un incontro con il questore, per altre situazioni e, di certo, si discuterà di quanto accaduto. Sono state coinvolte case Ipes e questo ci parla di convivenza e civiltà: da questo punto di vista, cerchiamo di essere sempre presenti e posso dire che un programma sulla sicurezza sarà senza dubbio un obiettivo futuro. Sicuramente ci sono, in alcune zone, delle situazioni più critiche. Del resto, negli edifici con più alloggi è normale che le gestioni siano più complicate rispetto ad altre realtà».

La Lega attacca

Sull’episodio, intanto, interviene l’onorevole Filippo Maturi, coordinatore cittadino Lega Salvini Premier Bolzano. «Il 2021 è iniziato da meno di 20 giorni – scrive – e già si sono registrati casi di inaudita violenza e criminalità nella nostra città, Bolzano è irriconoscibile: da inizio anno due rapine a mano armata, di cui una solo in un secondo momento si è rivelata compiuta con una pistola giocattolo, ieri una sparatoria, poteva essere una strage. Sono anni che denunciamo la mancanza di legalità e sicurezza nella nostra città e l’assenza di un piano concreto da parte del sindaco Caramaschi per arginare il fenomeno, ma dal municipio c’è stato solo un atteggiamento volto a minimizzare il problema. Ecco i risultati. Le Forze dell’Ordine, che ringrazio, stanno facendo un ottimo lavoro, ma occorre un impegno fattivo dell’amministrazione comunale. Le competenze e le risorse ci sono, che vengano usate – continua l’onorevole Maturi –. Come Lega diamo massima disponibilità al sindaco per collaborare alla stesura di un piano concreto per la sicurezza, coinvolgendo i nostri uomini e donne in Consiglio Comunale, Provincia e Parlamento per dare tutto il supporto possibile alla nostra città. Bisogna fare in fretta, non c’è più tempo da perdere».

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