Bolzano

Stadio Druso, spese lievitate: servono altri 2 milioni di euro 

I soldi da aggiungere dovranno essere divisi a metà tra Comune e Provincia. Il sindaco Caramaschi ha recuperato un milione dal bilancio. Palazzo Widmann in difficoltà a causa dei fondi per l’emergenza Covid. La struttura deve essere pronta per settembre


Paolo Campostrini


BOLZANO. Il nuovo Druso lievita. Cose che accadono nei cantieri, soprattutto quelli di grandi dimensioni. Ma tant'è : i costi sono saliti di almeno due milioni. Non pochi. I quali si aggiungono ai sedici preventivati. Chi paga? Secondo le intese, metà e metà tra Provincia e Comune. Ma non sarà semplice andare ad individuarli tra le pieghe dei rispettivi bilanci.

Pare più semplificato il lavoro del municipio dopo che il sindaco, con una lunga limatura contabile tra risparmi e accumulo di nuove risorse, si prepara ( probabilmente giovedì) a ufficializzare una variazione di bilancio in grado di far fronte ai nuovi impegni di spesa. Più complessa la posizione di palazzo Widmann le cui risorse sono state ampiamente assorbite o gran parte nella lotta alla pandemia, nella ricerca di soluzioni immediate per i ristori e in tutte quelle strategie di contrasto inevitabili per un ente che costituisce la prima linea dell'autonomia nelle emergenze.

Per questo Renzo Caramaschi e il governatore sentiranno e si incontreranno a breve. Anche perché i tempi stringono. Secondo l'agenda appena aggiornata la consegna del nuovo stadio dovrebbe avvenire a settembre. Alla ripresa dell’attività agonistica. «La città sarà così pronta ad accogliere le nuove esigenze della squadra nel suo prossimo campionato. Qualunque - aggiunge scaramanticamente - esso sia».

A sua volta Roberto Zanin, oggi consigliere comunale e una delle anime del Südtirol vuole mostrarsi realista: «Vedo che i lavori, soprattutto per la tribuna storica, sono ancora abbastanza indietro. Ma noto anche che si sta lavorando molto, pure di notte. Settembre? Sarei felice se il Druso fosse finalmente concluso anche ad ottobre...».

Conclusa la Canazza, è infatti sulla tribuna Zanvettor che si sta impegnando oggi il cantiere. Il progetto dello studio Dejaco & partner lavora con attenzione sul recupero architettonico della facciata, preservata per la sua valenza storica e identitaria, e il passaggio in questa fase è molto delicato. Ma tutti gli sforzi si stanno concentrando proprio in quel punto. Essenziale per raggiungere la “portata” di 5.500 spettatori.

Certo, gli accordi tra Comune e Provincia in questa fase di rilancio infrastrutturale soprattutto delle presenze sportive è stato definito nei dettagli dentro anche la cornice dell'agenda Bolzano che contiene i progetti per gli interventi stradali a Bolzano sud. Uno degli esempi di queste intese sulla equa suddivisione della spesa è proprio a proposito di un altro stadio: il Palaonda 2. Quella pista, che sorgerà a fianco del grande Palaonda in zona Fiera e i cui costi sono stati suddivisi al 50 per cento.

Proprio Caramaschi, a questo proposito, ha da poco comunicato alla giunta, lo storno dal bilancio “rinforzato” di sei milioni di euro. Integrabili nei prossimi mesi per raggiungere la porzione municipale dei 15 previsti per l’opera . Sulla parte spettante alla Provincia, invece, potrebbero piovere alcuni milioni provenienti dalle disponibilità del Coni, in quanto ente interessato allo sviluppo delle ristrutturazioni sportive per le discipline olimpiche.

Qual è la filosofia che sta alla base di questo accordo di partizione degli investimenti? Il fatto che sia il Druso da ristrutturare che la nuova pista di ghiaccio da costruire appartengono alla categoria di opere di “interesse provinciale”, nonostante si trovino nel territorio comunale. Sia il Südtirol per il calcio, che le società che usufruirebbero del nuovo impianto a Bolzano sud, si trovano infatti ad operare dentro una cornice territoriale più vasta di quella bolzanina, sia in termini di bacino che di rispondenza alle esigenze sociali legate allo sport.













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