Stelvio alla Provincia Norma congelata dal no del ministero

La Commissione dei 12 aveva licenziato il testo a luglio Pressing politico per superare il veto sullo smembramento


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Il Parco dello Stelvio non è ancora provincializzato. Il veto del ministero dell’Ambiente è stato finora insormontabile. La Commissione dei Dodici, presieduta da Lorenzo Dellai, il 30 luglio aveva licenziato la norma di attuazione sulla delega delle funzioni amministrative statali a Bolzano, Trento e Regione Lombardia, con i costi lombardi sostenuti dalle due «speciali». L’approvazione da parte della paritetica era stata presentata come se la «provincializzazione» fosse cosa fatta. Ma non è affatto così. La norma era stata licenziata pur essendoci il parere negativo, ribadito, del ministero dell’Ambiente. E questo ha impedito finora che il Consiglio dei Ministri varasse definitivamente la norma. Il punto è che il parere negativo del ministero non riguarda questioni marginali, ma l’impianto stesso dello smembramento del Parco nazionale dello Stelvio. Finché il parere resterà negativo, niente norma. La situazione cambierà? Non è escluso, visto che la Svp ha in corso un pressing continuo sul ministero dell’Ambiente per trasformare il «no» in un «sì» politico. Il ministero non condivide la prospettiva di un parco «denazionalizzato», con ciò che questo comporta sotto il profilo del livello di salvaguardia. Il parere negativo del ministero dell'Ambiente elencava una serie di criticità, da quella più tecnica legata al fatto che non fosse stata ancora firmata l'intesa tra Stato, Province e Regione Lombardia a quelle sulla futura gestione. La norma di attuazione prevede che al parco venga conservata «una configurazione unitaria e la denominazione». Il ministero obietta che «il comitato di indirizzo e coordinamento non garantisce l'unitarietà del parco, elemento essenziale dei parchi, di cui alla legge 394/1991». Sempre la norma di attuazione prevede che a eventuali modifiche all'estensione del parco provveda ciascuna Provincia, «previa consultazione» (non vincolante), con l'altra Provincia, la Lombardia e il ministero, «assicurando le effettive esigenze di tutela». Questo un altro passaggio chiave del testo su cui obietta il ministero: «Le Province, per la parte di rispettiva competenza territoriale, disciplinano con legge le forme e i modi della specifica tutela, in armonia con le finalità e i principi dell'ordinamento giuridico nazionale in materia di aree protette e con la disciplina dell'Unione europea relativa alla Rete ecologica Natura 2000». Il ministero lamenta inoltre che la propria capacità di vigilanza nel comitato «appare spuntata». Franca Penasa, che si era astenuta, lamenta: «Questa incertezza danneggia il parco, che è di fatto paralizzato».

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