Stizzoli: «Jungle tornerà ad essere pieno di ragazzi»

Faccia a faccia con il nuovo presidente del Centro giovani «Basta con le polemiche: convinceremo anche i genitori»


di Giuseppe Rossi


MERANO. «I progetti li facciamo per i ragazzi, per accoglierli e stare loro vicino, non per italiani e tedeschi. Il nostro compito ora è quello di riportare la tranquillità al centro e lo stiamo facendo con persone serie e preparate». Christian Stizzoli dall'altra sera è il nuovo presidente del centro giovanile Jungle, il quinto in un anno e mezzo. Da un mese è entrato nel direttivo dell'associazione Jugend Aktiv che gestisce la struttura di via San Giuseppe, ma pare avere le idee già chiare. Stizzoli, sarà anche lei un presidente di passaggio? «Guardi, io sono abituato a fare le cose sul serio. Se ho accettato l'incarico è perchè voglio impegnarmi seriamente nel Jungle. Lavorare con i giovani richiede tranquillità e stabilità e soprattutto progetti a medio e lungo termine». Quali saranno i suoi primi passi? «Dobbiamo far riavvicinare i giovani al centro e io credo, a differenza di altri che siamo sulla strada giusta. I ragazzi chiedono luoghi dove potersi incontrare in città, luoghi a loro dedicati. Bene dobbiamo iniziare a dire che uno di questi luoghi è Jungle. Ragazzi e genitori possono fidarsi di noi. Questo spazio esiste ed è finanziato pubblicamente proprio per loro». Non sarà però facile convincere quelle famiglie e quei ragazzi che sono passati per la bufera dello scorso anno, non crede? «In questo sta una buona parte della nostra sfida. Io però mi ritengo serio e per bene e così sono anche i miei collaboratori. Ripartiamo da qui». Non c'entra quindi il progetto pedagogico sbilanciato a favore dei ragazzi italiani. «L'attività fatta dal team di Jungle in questi mesi nelle scuole dice il contrario. Sono stati coinvolti i ragazzi del Fos e delle scuole Zuegg». Anche lei però non è esente dalla politica. Alle ultime elezioni era candidato con la Svp. «Darsi da fare per la propria città è un male? Io invece invito chi critica Jungle, in particolare i politici, a rimboccarsi le maniche e a venire a darci una mano con cazzuola e pennelli per i lavori di ristrutturazione interna che faremo». Non crede però che il legame tra politica e Jungle sia eccessivo? Nel direttivo ci sono un assessore e due consiglieri comunali. «Nella fase di transizione era necessario fare così. L'altra sera è stato proprio l'assessore Frötscher a stimolarci per coinvolgere nel direttivo nuovi giovani volonterosi. Appena li avremo convinti, e un paio sono veramente vicini a entrare, i politici lasceranno. Mi creda. L'ingresso di Sara Prantl, psicologa da anni impegnata con i giovani e La Strada, va in questa direzione». I progetti per riavvicinare i giovani bastano o serve anche qualcos'altro alla struttura? «Dobbiamo rifare lo skate park, questo è un nostro obiettivo. Comune e Provincia ci hanno promesso dei contributi. Spero che con l'autunno il progetto possa prendere piede». L'organico rimarrà quello attuale con tre operatori? «Intanto siamo a due e mezzo. Stiamo cercando per l'estate una presenza part-time, di lingua tedesca». Come pensa di coinvolgere nuovi giovani? «Ne conosco tanti, molti nel mondo del calcio». Gli alcolici al centro sono ancora un tema di discussione? «Ora distribuiamo birra solo in occasione degli eventi. Il divieto assoluto è facilmente aggirabile: basta rifornirsi fuori e uscire dai cancelli per bere. Noi invece con i ragazzi vogliamo parlare e magari discutere sul motivo per cui bevono».

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