Stocker: lettera a Renzi, i confini vanno controllati

L’obiettivo della Provincia è incidere sui flussi migratori della rotta dei Balcani «Avevo capito da mesi che la situazione sarebbe rapidamente peggiorata»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «La giunta provinciale ha scritto una lettera al premier Matteo Renzi per spingere l'Italia a fare controlli più rigidi ai confini con la Slovenia per cercare di incidere per tempo sui flussi migratori»: a parlare è Martha Stocker, da sempre in prima linea nella gestione dell'emergenza profughi in Alto Adige.

Assessora, in prospettiva teme un aumento esponenziale del numero di profughi in Alto Adige?

«Da mesi avevamo capito che la situazione sarebbe peggiorata. Stiamo già assistendo anche al rientro di migranti dal Nord attraverso il Brennero. In Germania ad esempio concedono l'asilo ai siriani ma non agli afghani. Ma il vero problema è che in Europa manca una strategia comune sui profughi».

Già ma l'Austria non ci sta aiutando. Ha fissato un tetto di 37.500 profughi in un anno e vuole rimettere la sbarra al Brennero...

«Può apparire una forzatura ma in realtà sembra un invito, piuttosto esplicito, all’Europa a sedersi attorno a un tavolo per iniziare finalmente a parlare in modo serio...».

Ma a farne le spese rischia di essere, almeno nell'immediato, l'Alto Adige...

«Abbiamo scritto una lettera a Renzi anche per questo. Serve un controllo più efficace dei confini nazionali. Partendo da quello con la Slovenia. E poi servono fondi alle organizzazioni che garantiscono il sostentamento ai profughi in Turchia, in Libano e a tutti coloro che poi percorrono la rotta dei Balcani».

Controlli più rigidi al confine con la Slovenia possono bastare per mettere al riparo l'Alto Adige dall'arrivo di migliaia di profughi in un anno?

«Se si presidia e si controlla di più un confine che si ritiene strategico cambiano anche i flussi migratori».

Cosa succederà quando l'Austria raggiungerà quota 37.500 profughi nel corso del 2016? Gli altri saranno dirottati tutti in Alto Adige?

«L'Austria ha fissato un tetto, ritenendo che si tratti di un limite oltre il quale non si può andare per garantire ai migranti l'integrazione. Facendo un rapporto con la popolazione ciò significherebbe per noi arrivare ad ospitare 8 mila profughi».

E secondo le statistiche ufficiali quanti migranti abbiamo oggi in Alto Adige?

«Poco meno di mille ufficiali più altri 250 che sono arrivati qui per vie diverse».

C'è chi ha scritto "se non cambiano le cose l'Alto Adige, con i migranti in arrivo dai Balcani e quelli respinti dal Nord, rischia di doversi attrezzare come le isole del Sud". Sarà così?

«Prima dell'Alto Adige c'è il Friuli Venezia Giulia. Sarà quella la prima tappa per molti migranti in arrivo da Est. Se poi arriveranno ci attrezzeremo con centri di prima accoglienza e distribuzione».

Nel senso che poi i migranti altoatesini dovranno essere suddivisi equamente tra le altre regioni italiane?

«Esattamente, cifre alla mano noi continueremo a farci carico dello 0,9 per cento dei profughi».

Deve ammettere che 70 posti per la prima accoglienza al Brennero sono davvero pochi. Non crede?

«Si, ma ci stiamo attrezzando per ogni eventualità. Intanto dobbiamo cercare, con l'aiuto anche dell'Italia, di indirizzare - per quanto è possibile - i flussi migratori. E di questo ha parlato anche il presidente Kompatscher al vertice sulla macro regione alpina in Slovenia».

Abbiamo le risorse per fronteggiare un 2016 molto più impegnativo sul tema migranti?

«Sapremo farci trovare pronti per ogni eventualità».

Intanto, ieri, l’Austria ha ribadito la sua posizione ad Amsterdam. «Non si possono accogliere troppi profughi e poi lasciare che diventino dei senzatetto. Servono dei limiti», così il ministro dell'Interno austriaco Johanna Mikl-Leitner, «Sul tetto massimo per i richiedenti asilo non faremo marcia indietro».

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