caro casa

Studenti esasperati dagli affitti: «Mille euro al mese per vivere» 

La corsa per un posto negli studentati: quest'anno 1200 richieste ma la disponibilità è di 700 letti in tutto l’Alto Adige. Benedikter (sh.asus): «Ne servono il doppio, altrimenti i ragazzi rinunciano agli studi»


Aliosha Bona


BOLZANO. Bolzano è una città per universitari ricchi? Così pare, sentendo certe cifre. «A uno studente servono tra i 900 e i 1100 euro al mese per sopravvivere. Una stanza di pochi metri quadri, con un letto e un armadio, ti arriva a costare anche 750 euro». Fornisce i numeri la presidente dell'Associazione universitaria sudtirolese (sh.asus), Ariane Benedikter. Lei che quattro anni fa fu premiata dal presidente Mattarella con il titolo di "Alfiere d'Italia" per il suo impegno ambientalista. E che oggi è al fianco dei suoi coetanei. Ne cura gli interessi e ascolta le richieste, facendo da ponte con una politica che a volte sembra distante anni luce dalle problematiche giovanili.

L’ultima, quella degli affitti insostenibili per gli studenti, passa per Milano e Roma, dove le tende fanno da contorno alle università. E giunge a Bolzano, dove gli accampamenti di protesta ancora latitano: «Non escludiamo di seguire l’esempio di altre città d’Italia se non ci dovessero ascoltare», interviene Max Winkler, studente di Unibz, «Ma prima si parla e poi, nel caso, si scende in piazza. L’attivismo è utile quando non c’è più speranza. Portiamo pazienza per ora, perché qualcosa si sta muovendo, ma bisogna muoversi». Il riferimento è agli studentati. Sono poco più di 700 i posti letto in Alto Adige, di cui 600 nel capoluogo: «Ne servono almeno il doppio», spiega Benedikter. Almeno. Perché solamente per quest’anno accademico, le richieste erano state 1200 al momento dell’inoltro delle domande. Senza considerare tutte quelle che - in caso di disponibilità - sarebbero pervenute nelle settimane successive con le iscrizioni ai vari corsi di studi ancora aperte.

Un clic day infernale

La folle caccia per un letto negli studentati (otto quelli a Bolzano) comincia alle 18 del 22 giugno ed è sold-out dopo una manciata di minuti. «Nemmeno i biglietti per il concerto dei Coldplay sono durati così poco», scherza Giada, studentessa veronese della facoltà d’economia, che ci porta all’interno di un meccanismo che di meritevole ha ben poco. Centinaia, se non migliaia di studenti si collegano quel giorno, ogni anno, sul portale dedicato della Provincia. «La precedenza va agli studenti del primo anno», prosegue, «Il vero problema è che i posti disponibili vanno a chi inoltra prima la domanda. E non, come molti di noi chiedono, attraverso un requisito economico. Per giunta il sito è inondato dalle richieste e puntualmente si blocca. Alle 18:40 sono riuscita a collegarmi, ma ormai era troppo tardi». Così Giada, per una questione di rapidità, non di merito e men che meno in base al reddito, ha dovuto “pescare” altrove: «Sono rimasta fuori di una cinquantina di posti. A quel punto, per settimane, ho cercato annunci su Facebook e in siti specializzati (wg-gesucht è uno di questi, ndr). Mi sono accontentata di una stanza in via Parma, a 500 euro. Le prime due rate, quelle di agosto e settembre, quando le lezioni ancora non erano cominciate, le ho dovute pagare pur non essendo qui. Altrimenti sarebbe finita la disponibilità». Per una stanza singola, 500 euro, è un prezzo ancora accettabile per gli standard di Bolzano: si arriva fino ai 750. Mentre per un monolocale c’è chi paga 850 euro solo d’affitto. Per risparmiare è necessario ricorrere a una stanza condivisa all’interno di un appartamento che oscilla indicativamente tra i 350 e i 450 euro. La soluzione più proficua, che è allo stesso tempo la più difficile da aggiudicarsi, è lo studentato. Ha prezzi fissi: 230 euro per una camera doppia e 300 per una singola.

Quasi un terzo rinuncia agli studi

«La situazione abitativa per gli studenti non è mai stata delle migliori», dichiara Ariane Benedikter, «ma andrà sempre peggio perché il numero degli iscritti è in costante in aumento. Per fortuna, aggiungo. Perché significa che la nostra facoltà è appetibile. Lo continuerà a essere solo con un adeguamento dei posti. Altrimenti rischiamo l’effetto contrario». Effetto che in verità è già in atto. Circa il 30% dei giovani che supera i test d'ingresso all'università è costretto a rifiutare perché non riesce a trovare un alloggio. «Il Covid ha nascosto questa problematica, per via dello smart working», racconta Luca Pini, vicepresidente della sezione bolzanina di sh.asus, «ora è tornato tremendamente attuale perché le lezioni sono in presenza. E la richiesta è altissima. ma il mercato di bolzano non può offrire più di questo al momento. Anche per via delle case sfitte: sono troppe». E poi c’è la questione dei b&b: dilagano con affitti alle stelle, penalizzando lo sviluppo dell’università.

La politica si sta muovendo. La provincia ha recentemente introdotto per gli appartamenti sfitti una 'super Imi', che però deve ancora portare i primi frutti. Ed è in fase di studio la riconversione di posti degli studentati riservati alle superiori, ormai meno richiesti.

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