La denuncia

Sulle rive dei fiumi gli accampamenti di chi rifiuta gli aiuti

La consigliera Pegoraro ha segnalato i luoghi in cui sorgono tende e rifugi di fortuna: «Le strutture di accoglienza ci sono, questa situazione è intollerabile»

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PROTESTA Bozen Solidale in piazza: "Vergogna morire di freddo a Bolzano" 


Paolo Tagliente


BOLZANO. La morte di Mostafa Abdelaziz Mostafa Abouelela, il diciannovenne ucciso dal freddo lo scorso 9 dicembre ha scosso tutti. Tante le polemiche, con attacchi feroci all'amministrazione comunale e a quella provinciale, grande la mobilitazione e tante le manifestazioni. Da allora, per fortuna, molte cose sono cambiate e grazie alla messa a disposizione di ulteriori posti letto, le liste di attesa di chi dorme all'addiaccio sono state fortemente ridotte.

Da questa premessa, parte l'iniziativa della consigliera comunale della Civica per Bolzano, Barbara Pegoraro, che anche nel recente passato ha segnalato situazioni di estremo degrado lungo gli argini dei fiumi cittadini. Nei giorni scorsi, Pegoraro è tornata in quelle che sono le "zone calde" lungo i corsi d'acqua cittadini, spesso già oggetto di sgomberi. E ha trovato situazioni assolutamente inaccettabili. Più delle parole, a raccontare cosa accade a pochi metri dalla città e dalle ciclabili, sono le immagini e i video che la consigliera ha scattato e girato con il suo telefonino.

In un breve filmato, in particolare, si vede un uomo muoversi tra la fitta vegetazione, poco a sud di ponte Roma, sulla riva sinistra, e arrivare sul greto dell'Isarco con alcune borse di plastica, piene di rifiuti. Una viene gettata nel fiume ed è subito portata via dalla corrente per finire chissà dove, a sud, quasi certamente disperdendo il contenuto nell'acqua e sulle rive. Le altre borse, invece, vengono aperte e il contenuto riversato direttamente nel corso d'acqua. L'uomo vive, probabilmente insieme ad altre persone, in una tenda blu e azzurra poco lontano dalla ciclabile dove ogni giorno, anche nei mesi freddi, passano centinaia di ciclisti e pedoni. Tenda circondata da ogni genere di rifiuti.

Qualche decina di metri più a nord, un altro edificio di fortuna è stato realizzato dove, nel 2017, fu sgomberato un accampamento abusivo. Sono state costruite delle tettoie con dei teli, assicurate ad un albero da una parte e tese con dei tiranti sull'altro lato. Altra tenda e altra montagna di rifiuti, nel tratto di fiume che, a ponte Virgolo, costeggia via Innsbruck, di fronte al Cineplexx. Sulla ripida rampa, i colori sgargianti dei rifiuti sono visibili quanto la tenda e sembrano una slavina che scende verso l'acqua. Sulle rive del Talvera, invece, poco più a sud del ponte Giallo, sulla riva sinistra, c'è un'altra situazione allarmante, con un tratto di greto trasformato in discarica.

«Davvero non capisco come siano tollerate queste situazioni - sbotta Pegoraro - che sono pericolose per chi le vive; non sono dignitose e hanno trasformato in vere e proprie discariche a cielo aperto ampi tratti di rive dei corsi d'acqua cittadini. Io sono un'esponente dell'opposizione, ma riconosco al sindaco di essersi impegnato per trovare alloggi ai senzatetto. Impresa più facile a dirsi che a farsi. Ma a maggior ragione, ora che chiunque può avere un posto caldo in cui stare, non si capisce perché queste persone non siano in strutture di accoglienza. So che alcuni di loro pur avendo un lavoro, trovano umiliante usufruire di strutture di accoglienza e vivono in piccole tende, lontano dal greto del fiume. Lo trovo assurdo, ma a suo modo comprensibile».

«Non è accettabile, invece, l'atteggiamento di chi si ostina a bivaccare sulle rive del fiume, riducendole a veri e propri immondezzai, e mettendo a repentaglio la loro stessa incolumità. Nel caso di un'improvvisa piena, infatti, rischiano di essere letteralmente spazzati via. Immondezzai come quello in cui è stato trasformato anche un angolo davanti all'ex distributore di benzina, in piazza Verdi. Mi è stato detto che queste persone rifiutano di rivolgersi alle strutture di accoglienza perché questo impedirebbe loro di continuare nell'attività di spaccio. Se fosse vero, questa situazione sarebbe ancora più intollerabile. Senza contare i problemi per la sicurezza e l'igiene pubblica che queste presenze comportano per Bolzano e i bolzanini - conclude Pegoraro - che, soprattutto nei mesi caldi, vedono preclusa ogni possibilità di godere in serenità delle aree verdi lungo i fiumi».













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