BOLZANO

Svp e Francesco Palermo votano sì alla legge sulle unioni civili: ci adeguiamo agli standard europei

Il Gruppo per le Autonomie vota la fiducia sulla legge Cirinnà che istituisce le unioni civili per gli omosessuali. Il capogruppo Zeller: abbattuto il muro che ci separava dagli altri Paesi europei. Favorevole anche a riprendere il discorso sulla stepchild adoption: altrimenti decideranno i giudici



BOLZANO. "L'Italia si adegua agli standard europei": è stato un sì convinto quello di Karl Zeller (Svp)  al Senato durante il  voto di fiducia sulla legge Cirinnà  che istituisce le unioni civili. Zeller si dichiara anche favorevole a introdurre la stepchild adoption: "Se non si interverrà, provvederanno i giudici, come del resto avviene già oggi".

Insieme a Zeller ha votato  il Gruppo per le autonomie, tra cui Francesco Palermo e Hans Berger. Nella sua dichiarazione di voto in aula Zeller ha sottolineato: "Con il voto di fiducia il Senato compie un atto lungamente atteso in ordine ai diritti ed al riconoscimento delle coppie omosessuali. In un’ Europa nella quale si costruiscono muri materiali, al di là dei quali si ha l'illusione di isolarsi, sulle unioni civili si abbatte un muro ideale e sostanziale che fino ad oggi ci ha separato dagli altri Paesi europei, ad esempio la Germania".

Zeller ha insistito su due punti a suo avviso evidenti e decisivi. In primo luogo, la legge sulle unioni civili è un atto indispensabile, giacché sulla materia si sono espresse la Corte Costituzionale e la magistratura, "con sentenze unanimi nel tutelare i diritti delle coppie omosessuali ed esplicite nel richiamare l’esigenza di porre termine ad un vuoto legislativo". Vuoto che, ha ricordato Zeller, è stato sanzionato dalla giurisprudenza della Corte europea di Strasburgo sui diritti dell’uomo richiamando l’Italia a non persistere in una condizione che determinava una discriminazione in ragione dell’orientamento sessuale delle persone. In secondo luogo nell’impostazione e nelle norme nella legge non vi sono scelte legislative che possano e intendano associare, equiparare o confondere l’unione civile e il matrimonio.













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