Svp, Kompatscher pensa da governatore

I sindaci lo lanciano per le primarie. Caso Schuler,Theiner furioso: un boomerang prima delle elezioni politiche


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La Svp manda i big in piazza per recuperare il rapporto con la base. Il caso Schuler fa male. Ieri il via al volantinaggio per le politiche 2013 con assessori come Florian Mussner, Judith Kofler Peintner e il senatore uscente Oskar Peterlini a fianco dei candidati nei centri principali della provincia.Ma ieri è arrivata, a sorpresa nei tempi, un’altra novità. Si rafforza l’ipotesi di candidatura di Arno Kompatscher alle primarie della Svp per il candidato presidente provinciale.

Avanti Kompatscher. Una assemblea informale di sindaci riuniti a Cardano ha svincolato ieri Kompatscher dalla sua promessa iniziale di non abbandonare il ruolo di presidente del Consorzio dei Comuni per candidarsi alle provinciali. Con voto plebiscitario, 80 sì e 4 astenuti, i sindaci hanno «liberato» Kompatscher. E il sindaco di Fiè adesso ci pensa veramente. «La mia promessa di portare a termine i 5 anni di mandato al Consorzio è sempre stato il freno a ogni discorso sulle provinciali. I sindaci hanno tolto ogni alibi e sta solo a me decidere se presentarmi alle primarie». Anche se corresse l’Obmann Theiner? Sì. «Non mi candiderei mai “contro” qualcuno, ma “per” un progetto e ciò è indipendente da quali possano essere gli sfidanti alle primarie», risponde Kompatscher, che pure rivela che un progetto esiste ed è allo studio, «se ci sarò, sarà per un progetto politico preciso, non per una aspirazione personale. Devo parlare con un po’ di interlocutori, verificare se ci sono le condizioni per un progetto che comprenda molta società civile. Sì, ci sono persone, non solo sindaci, che pensano che possa essere un buon candidato». A Cardano c’era anche il sindaco Spagnolli: «Si trattava di una promessa informale, ma alla quale Arno si sentiva eticamente impegnato. Abbiamo dato un segnale di rispetto per la parola data, che spero faccia recuperare qualche punto d'immagine a questa disastrata politica».

La campagna della Svp. «Achtung. Autonomie in Gefahr» è lo slogan di queste elezioni, «Attenzione, autonomia in pericolo». Ma non c’è solo il governo Monti a provocare danni. È la stessa Svp che azzoppa se stessa. Il caso Schuler scuote il partito. L’Obmann Richard Theiner si mette l’elmetto in testa, mobilita eletti, dirigenti e funzionari. Ieri, con i vice Martha Stocker e Thomas Widmann, la presentazione della campagna elettorale con collegamento skype tra la sede di via Brennero e i candidati, più vip, impegnati nelle piazze di Bolzano, Egna, Bressanone, Vipiteno, Silandro, Brunico. Ci sono Karl Zeller, Hans Berger, Albrecht Plangger, Daniel Alfreider, Renate Gebhard e Francesco Palermo. Si distribuiscono i volantini con l’allarme sull’autonomia, «mai a rischio come ora». Ma il caso Schuler, 9-10 franchi tiratori della Svp contro il candidato assessore, «non ci voleva proprio», ammette Theiner, «è incredibile che qualche collega in Consiglio abbia sottovalutato le ripercussioni di un tale gesto un mese prima delle elezioni». Abbiamo fatto belle primarie, chiuso con il Pd l’accordo di difesa dell’autonomia. I nostri sforzi andavano indirizzati tutti alla campagna, a raggiungere la soglia necessaria del 20% regionale. Poi precipita tutto in consiglio provinciale. Dobbiamo reagire, superare quanto accaduto», ragiona Theiner, che già giovedì sera ha proposto alla Parteileitung Elmar Pichler Rolle come candidato assessore e punta i riflettori «su una Svp che si mobilita nelle strade per convincere gli elettori che nonostante tutto siamo il partito dell’autonomia, e chiede agli elettori il mandato per tornare a Roma a difenderla insieme a un partner forte come il Pd». Il problema dei franchi tiratori contro Schuler è che sono stati numerosi come mai era accaduto prima. Theiner nella Parteileitung ha condannato l’episodio: «Come Obmann non posso accettare che vengano ignorate le decisioni prese negli organismi del partito». Theiner ricorda però che i franchi tiratori erano entrati in azione già nel 2008, durante la prima votazione sulla giunta, e nel marzo 2011 al momento dell’elezione della presidente del consiglio Julia Unterberger. Una stoccata allo stesso Schuler, accusato da Durnwalder per il voto mancato nel 2008.

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