«Tagli alle indennità? Si salvano gli assessori»

I Freiheitlichen attaccano: la legge va fatta a Bolzano, non in Regione Seppi difende Thaler: sta lavorando bene. I grillini: bastano 2.500 euro netti


di Marco Rizza


BOLZANO. Il tanto atteso disegno di legge sui tagli agli stipendi dei consiglieri provinciali, cui da mesi lavora la presidente del consiglio regionale Rosa Thaler, non è ancora stato presentato e già solleva proteste nelle opposizioni, anche se non in tutte. Ad alzare i toni sono soprattutto gli esponenti della destra sudtirolese, ossia di Südtiroler Freiheit e dei Freiheitlichen. Lo spunto è che il disegno di legge sarà presentato in consiglio regionale e non, come era previsto dagli accordi tra partiti, in quello provinciale. «Noi siamo per l’abolizione della Regione - dice Roland Tinkhauser, consigliere dei Freiheitlichen -, discutere questo tema in quella sede significa darle ulteriore peso». Ma c’è dell’altro. «La Thaler taglierà le indennità dei consiglieri - prosegue -, ma solo questi. Noi diciamo invece che bisogna intervenire anche su altri costi: le indennità aggiuntive degli assessori rispetto ai consiglieri, quelle dei questori d’aula, quelli del presidente del consiglio, i fondi ai gruppi... Tutto questo resta fuori dalla proposta Thaler perché viene regolato dai due consigli provinciali. Lo stipendio dei consiglieri di Bolzano e di Trento sono uguali ma, per esempio, lo stipendio di Durnwalder e quello di Dellai non sono gli stessi...».

Insomma secondo questa versione c’è il rischio che i tagli previsti - si parla di misure per arrivare a complessivi 5000 euro netti al mese (circa 1400 meno di quelli attuali), più 1500 di rimborso spese se rendicontate - non siano sufficienti ad affrontare i costi della politica. «Se entro il mese la Svp non presenterà in consiglio provinciale un disegno di legge - conclude Tinkhauser - ne presenteremo uno noi». Mettendo la Svp davanti a un bivio: bocciare un ddl sul taglio ai costi della politica o votare un testo delle opposizioni.

Ma nella minoranza c’è anche chi difende il lavoro di Rosa Thaler. È Donato Seppi di Unitalia, suo collega in ufficio di presidenza regionale: «Thaler sta facendo un grosso lavoro di approfondimento per capire se ci sono norme nazionali che potrebbero inficiare la nostra. Per esempio sulla diaria che sembra non si possa togliere così facilmente. Se approviamo una legge che poi viene impugnata ci accuserebbero di averlo fatto apposta... Lasciamo lavorare la Thaler, poi potremo giudicare».

Interviene anche il Movimento 5 Stelle: «Buone le intenzioni della Thaler se non fosse un tentativo di schivare il referendum. Se qualcuno del nostro movimento entrerà in consiglio si terrà 2500 euro netti al mese più 500 di spese giustificate, come nelle altre Regioni».

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