Tagliati gli ippocastani, proteste a Merano
Eliminati i due storici alberi accanto a Porta Bolzano per lasciare spazio al cantiere del ristorante Sigmund
MERANO. Anche questa volta le motoseghe hanno agito “coperte” dalle tenebre, quasi per pudore, per ripararsi dalla reazione stizzita degli abitanti e dal loro spirito ambientalista. Questo il pensiero di molti, anche se ufficialmente si sostiene, in questi casi, che l’orario è quello serale per non dare “impaccio” al traffico, veicolare o pedonale che sia. Resta il fatto che dall'altra sera il ristorante Sigmund non è più uno degli angoli caratteristici della città: i due ippocastani presenti in migliaia di immagini d'epoca a fianco di porta Bolzano, non ci sono più. Le motoseghe dell'impresa di costruzioni, a cui i proprietari del ristorante Sigmund hanno affidato i lavori di ristrutturazione del locale, hanno eliminato due monumenti naturali.
Un taglio, bene sottolinearlo subito, annunciato, legittimato dalla concessione edilizia rilasciata dal Comune e dal benestare delle giardinerie comunali, ma pur sempre una ferita in quell'immagine di Merano, storica e ambientalista, che da sempre si vuole portare avanti.
E poi c’è il discorso dell’orario. L'ultima volta che erano state usate le tenebre per “nascondere” l'abbattimento di alberi se la ricordano ancora tutti. Il taglio aveva avuto luogo sull'altro lato del Passirio, ormai dieci anni fa: una decina di alberi ad alto fusto e altri alberi più piccoli vennero abbattuti nell'ex parco delle Terme per far posto ai due cubi di acciaio, cemento e vetro rappresentati dall'albergo e dal nuovo centro termale.
La scena si è ripetuta, in sostanza, l'altra sera davanti al ristorante Sigmund, anche se con le debite proporzioni. Al posto dei due ippocastani centenari la proprietà del ristorante sarà chiamata a piantare altri due alberi, in posizione più vicina al corso Libertà. Non saranno piante piccole, dovranno avere già un'altezza di otto metri, ma è evidente che non sarà comunque più come prima. Di storico, a parte la facciata del ristorante, tutelata dalle belle arti, rimarrà solamente porta Bolzano e i suoi tre vani interni.
«Piazza Rena e porta Bolzano sembrano spoglie, svestite», questi i commenti ricorrenti dei primi meranesi che ieri di buon mattino, ancora prima delle otto, sono passati davanti al ristorante per recarsi al lavoro nei negozi di via Portici e via Leonardo da Vinci. «E' sparito un altro pezzo di una Merano che non tornerà più», ha aggiunto qualche altro passante scuotendo il capo e con voce malinconica.
Per tutti, insomma, una rabbia interna, che alcuni hanno però anche esternato. Ma non si poteva ristrutturare il ristorante salvando i due alberi: «Sono malati e di qui a pochi anni dovranno comunque essere abbattuti», aveva dichiarato un paio di settimane fa l'assessore Christian Gruber, presidente di quella commissione edilizia che ha celebrato il funerale dei due ippocastani.
Alla prova dei fatti, ossia a taglio avvenuto, aveva ragione solo a metà: uno dei due alberi, guardando il tronco desolatamente tagliato a terra, ha una macchia nera che indica la malattia, ma il secondo è completamente integro.
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