Taglio dei parlamentari, c’è il sì della Stella alpina 

In Alto Adige restano i 3 seggi per il Senato. La regione perde il settimo senatore Bressa contrario: il governo vuole delegittimare la democrazia rappresentativa



BOLZANO. Taglio dei parlamentari, ieri è arrivato il primo sì a Palazzo Madama ed a favore hanno votato anche i tre senatori Svp. Restano così i 3 senatori in Alto Adige. In pratica la regione perde «solo» il settimo eletto per il Senato. Comunque non tutti contenti nel Gruppo per la autonomie, vedi il senatore Gianclaudio Bressa. Il disegno di legge della maggioranza di riforma costituzionale che taglia il numero dei deputati (da 630 a 400) e dei senatori (da 315 a 200) è passato con i sì a quota 185, 54 i no e 4 gli astenuti. Il testo passa ora alla Camera. Trattandosi di una riforma costituzionale il disegno di legge richiederà una doppia lettura conforme delle due Camere. «Noi tre senatori della Stella alpina abbiamo votato a favore perché, se da un lato favorevoli alla riduzione del numero dei parlamentari, dall’altro abbiamo ottenuto che nelle province di Bolzano e Trento restino 3 senatori ciascuna, come concordato con Roberto Calderoli», afferma il senatore Meinhard Durnwalder. Dal canto suo Bressa, annunciando il suo voto contrario a questa riforma, ha sottolineato come si tratti di «un no che va oltre il merito della proposta, per denunciare il vostro disegno di delegittimazione della democrazia rappresentativa e parlamentare. Il mio è un no politico a questo disegno inconfessato e inconfessabile». E se al Senato la Svp ha votato a favore, sempre ieri a Montecitorio dalla Stella alpina è arrivato un no al Decreto semplificazioni. «Abbiamo espresso voto contrario come deputati della Svp e del Patt sia in sede di voto di fiducia che nel voto finale sul decreto semplificazioni per tre ordini di motivi. La prima ragione è nel riproporsi di vincoli e caos nell’iter parlamentare che hanno compresso i diritti e ruolo delle Camere e nel contempo costretto il presidente della Repubblica a sollecitare una maggiore e più rigorosa disciplina legislativa per far fronte a violazioni pesanti dei requisiti di omogeneità del provvedimento». È quanto dichiara Renate Gebhard, presidente dei deputati della Svp, insieme ai colleghi Manfred Schullian e Albrecht Plangger. «La seconda ragione -proseguono i deputati della Svp - è che non sono state accolte le diverse proposte delle autonomie il cui comune denominatore era accogliere le esigenze delle categorie professionali e delle imprese con l'obiettivo di semplificare per promuovere lavoro e crescita economica. «La terza ragione -conclude Gebhard - è che il provvedimento, in ordine a molti settori concorre non a ridurre ma a introdurre nuove norme legislative o a rinviare ad ulteriori provvedimenti amministrativi o a prevedere nuovi passaggi nel già difficile rapporto fra cittadini e pubblica amministrazione».













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