Taglio dei senatori, protesta di Vienna 

Calderoli duro: «Le regole valgono per tutti». Svp divisa sulla reazione. Europee, c’è l’accordo con Tajani e Udc


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Crisi tra Lega e Svp sul taglio dei senatori, l’Obmann Philipp Achammer ha lavorato fino a sera ieri per riannodare i fili con Roma e riprendere domani le trattative di giunta a Bolzano. Telefonate fino alla sera per Achammer, che dichiara: «Mi sono sentito più volte con il senatore Calderoli. Sono ottimista che troveremo un accordo sul principio fondamentale dell’intesa». Vienna si è mossa con una nota di preoccupazione della ministra degli Esteri Karin Kneissl. Eppure nella Svp non tutti sono d’accordo nell’alzare i toni e Calderoli da un lato difende il proprio operato e dall’altro lato getta ombre su Kompatscher, chiedendosi se il presidente in fondo non stia lavorando per fare saltare la trattativa con la Lega.

IL BRACCIO DI FERRO. Il disegno di legge costituzionale con il taglio dei parlamentari porterebbe a una riduzione da undici e sette deputati e da sette a quattro senatori in regione. È stato approvato mercoledì dalla commissione Affari costituzionali del Senato e il relatore è proprio Roberto Calderoli (Lega), che segue le trattative sulla giunta. Il presidente Arno Kompatscher, informato dal senatore Gianclaudio Bressa, ha protestato ufficialmente con il governo e informato Vienna: il vulnus all’autonomia è il taglio dei senatori, il cui numero in Alto Adige è sancito dal punto 111 del Pacchetto d'autonomia del 18 dicembre 1991 e presupposto della quietanza liberatoria del 1992 tra l'Austria e l'Italia. Il problema è dunque procedurale, il mancato coinvolgimento di Provincia e Austria, spiega Kompatscher, che si dichiara invece favorevole a una riduzione dei parlamentari. Calderoli (intervistato dalla Rai) rivendica: «Se si modifica la Costituzione, le regole valgono per tutti». Un accordo steso nel 1948 a Parigi, dice Calderoli, con evoluzioni fino al 1992 non può restare a vita, «se non è specificato il numero dei parlamentari: «C’è la necessità di tutela delle minoranze linguistiche, quello è l’input, e ciò rimarrà». Poi la stoccata dell’ex ministro: «Le disinformazioni che passa Bressa probabilmente sono anche legate al tentativo di fare saltare l’accordo e poter introdursi come Pd. Non vorrei che ci fosse anche una convergenza del presidente della Provincia».

LA PROTESTA DI VIENNA. Il governo austriaco si dice «preoccupato» per il voto in commissione Affari costituzionali del Senato. «La riforma riguarda un punto importante dello Statuto d'autonomia», ha dichiarato la ministra Karin Kneissl. Né la giunta di Bolzano né Vienna, informa Kneissl, sono state informate anticipatamente dell'iniziativa .

LE ANIME DELLA SVP. Achammer condivide la protesta sulla violazione procedurale (nessun governo può permettersi...»), ma da subito ha cercato di non rompere il filo con la Lega. In questa vicenda le anime diverse della Svp si leggono perfettamente. Il senatore Dieter Steger ieri pomeriggio si dichiarava «fiducioso che Calderoli si convinca che non possa stravolgere le norme previste dal pacchetto di Autonomia» e il senatore Meinhard Durnwalder, dice invece che «la riforma costituzionale riduce il numero dei parlamentari. La rivendicazione sul numero di collegi la porteremo avanti quando si discuterà la nuova legge elettorale». Ma il vice Obmann Karl Zeller replica duramente alle tesi minimizzatrici dei colleghi di partito: «No, la riforma assegna quattro senatori al Trentino Alto Adige. In questo c’è una doppia gravità. Violare le regole dell’autonomia e tornare a considerare la regione e non le due Province come ente di riferimento per lo Stato. È l’inizio della fine per la Svp, se qualcuno di noi è disposto a passare sopra questa enormità per non turbare il tavolo delle trattative con la Lega». Massimo Bessone (commissario della Lega) spiega: «Continuo a lavorare, spero che la Svp torni presto al tavolo». Kompatscher annuncia che l’appuntamento di domani con la Lega sul programma al momento è confermato: «Speriamo di avere un chiarimento, altrimenti non mi potrei sedere al tavolo facendo finta di niente».

LE REAZIONI. Sul disegno di legge interviene Noi per l’Alto Adige: «Una Lega a due facce che predica bene e razzola male: lo stesso senatore Calderoli, autonomista per definizione, è il relatore della norma mai discussa e mai concordata con i rappresentanti della popolazioni locali e con Vienna». Paul Köllensperger accusa: «Il disegno di legge indica ciò che la Lega pensa veramente della tutela delle minoranze: disinteresse totale».

ACCORDO CON TAJANI. Intanto è ufficiale l’accordo per le elezioni europee tra Svp e Forza Italia-Udc. Lo ha chiuso mercoledì Achammer (accompagnato da Meinhard Durnwalder) con Antonio Tajani (vice presidente Forza Italia) e Lorenzo Cesa (Udc), Tajani lo ha poi annunciato durante la trasmissione Porta a Porta. Silvio Berlusconi ha twittato: «Bene l’accordo con la Svp». Sul piatto della discussione anche le prossime comunali e un collegio Bolzano-Laives alle politiche.

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