Terreni meno cari, si riparte a costruire

Contadini e proprietari abbassano i prezzi, in città sbarcano i costruttori delle valli. E i prezzi al metro quadro scendono


di Davide Pasquali


BOLZANO. Qualcosa si muove, in città. Grazie alla crisi, ora i prezzi dei terreni sono scesi e sta nascendo una classe di immobiliaristi slegata dai grossi gruppi edili storici e che si potrebbe forse definire illuminata: niente super business, meglio guadagnare un po’ meno, ma con regolarità, anno dopo anno, costruendo sulla base di precise richieste e desideri dei clienti. Così non solo si riescono a vendere gli appartamenti (tutti e già sulla carta) senza lasciare dietro di sé cattedrali nel deserto completamente vuote per anni, ma si riesce addirittura a abbassare i prezzi di vendita, costruendo a tempi di record.

Una delle aziende all’avanguardia in tal senso è la Aimo Immobilien di Sarentino. Trecento appartamenti attualmente in costruzione in varie località altoatesine. Ora, in un mese, ha venduto sulla carta venticinque alloggi all’ex albergo Steidlerhof di via Roen, affacciato sull’ex cuneo verde. Da due giorni ha poi montato un mega cartellone pubblicitario ai Prati di Gries, nel nuovo rione Druso Est. Lì la Aimo costruirà tre dei sette edifici privati (più altri sette delle coop) previsti nell’area, per un totale di circa cento appartamenti. In questi pochi giorni, già sono piovute decine e decine di richieste di informazioni, preventivi, incontri, sopralluoghi.

È un’azienda sarentinese, la Aimo, e non lo citiamo come fatto folcloristico. Soltanto pochi anni fa sarebbe stato inimmaginabile che i valligiani sbarcassero in città con progetti di tale portata. Lo racconta Richard Moser, il responsabile amministrativo della Aimo, creatura nata dalla collaborazione fra Aichner Invest e Moser Bau e gestita come impresa a misura d’uomo da tre famiglie di Sarentino, da decenni nel settore edilizio. Una volta, racconta Moser, prima del 2008, «per noi i prezzi dei terreni erano inaccessibili. Esorbitanti. I contadini chiedevano e riuscivano ad ottenere somme proibitive. L’incidenza dei terreni sui costi di costruzione rendevano impossibile, per le imprese, vendere a meno di 4.500 euro al metro quadrato. Si era in un periodo molto speculativo». Poi è arrivata la crisi. «E abbiamo visto tanti cantieri fermi. Tanti appartamenti non finiti, non venduti». Negli ultimi quattro-cinque anni la situazione ha cominciato a cambiare. «Ora, chi vuole vendere terreni ha capito che deve pretendere di meno. Oggi a Bolzano si riesce a costruire vendendo poi a 3.200-3.500 euro al metro quadro. Diciamo che se prima, sul costo al metro quadro dell’alloggio il terreno pesava per 2.500 euro, ora siamo scesi sotto i 1.500. Diciamo tra i 1.000 e i 1.200». Prima si era abituati a ben altro, «e noi non ci potevamo permettere di competere». Un esempio? La Cantina sociale di piazza Gries, un’operazione poi non andata in porto. «I costi di acquisto dell’area erano eccessivi, nessuno poteva permettersi di comprare. Quei tempi di forte speculazione sono passati».

I proprietari di terreni hanno ridotto le pretese. E sono scese in campo altre ditte: conduzione familiare, finanziamenti propri per non farsi governare nelle scelte dalle banche, operai e mezzi propri, subappalti solo per gli artigiani. «Gestendo tutto in casa e appoggiandosi il meno possibile alle banche si è in grado di mettere sul mercato alloggi a prezzi migliori». Prezzi onesti, li chiama Moser. Che non è un benefattore, ma un uomo d’affari. Trasparente però. Senza problemi spiega: «A cantiere finito, noi dobbiamo riuscire ad incassare il venti-venticinque per cento del prezzo di vendita. Solo così possiamo coprire costi e spese. Ci rimane un dieci per cento d’utile». Insomma, c’è chi ha cambiato approccio. «Dal superbusiness di qualche anno fa, fatto sulla pelle degli altri, si è passati ad altro. Non siamo le cooperative, che ci sono e ricoprono un ruolo importantissimo, ma abbiamo una filosofia simile: vogliamo guadagnare un po’ meno, con costanza nel tempo, senza lasciar fermi i cantieri, che comunque pesano tantissimo anche se inattivi». Tutti costi che poi, naturalmente, vengono fatti ricadere sugli acquirenti.

I risultati di questa filosofia ci sono. Si vende, tutto, addirittura sulla carta. I prezzi calmierati - vanno dai 3.200 ai 3.500 euro al metro quadro, molto vicini cioè a quelli delle cooperative - fanno sì che più di qualche famiglia possa permettersi di acquistare case più grandi.

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