Thailandia, espulsi i due altoatesini

Gerstgrasser e Gamper torneranno in Italia, ma dovranno aspettare qualche settimana nel carcere di Krabi


di Alan Conti


BOLZANO. Un sorriso, certo, ma il peggio non è ancora alle spalle per Ian Gerstgrasser e Tobias Gamper che sabato mattina sono stati arrestati a Krabi, in Thailandia, per vilipendio alla bandiera. I due giovani, 18 e 20 anni di Naturno, sono stati condannati ieri dal giudice del tribunale militare di Surat Thani con la condizionale, un’ammenda che dovrebbe aggirarsi sui 100 euro e l’espulsione dal Paese. Lieto fine dunque? Niente affatto, perché i due sudtirolesi non sono stati scarcerati e resteranno detenuti a Krabi ancora per qualche settimana. Formalmente, infatti, i due sono «condannati in attesa di espulsione». La polizia thailandese non li rilascerà fino a quando non metteranno piede sull’aereo che da Bangkok li riporterà in Italia. Nella migliore delle ipotesi le pratiche saranno definite nel giro di due settimane, ma è più verosimile un periodo di attesa più lungo. Nelle prime ore di ieri si era diffusa la notizia di un trasferimento a Bangkok di Gerstgrasser e Gamper per tornare in Italia domani o dopodomani. I ragazzi, in realtà, non hanno mai lasciato la cella di Krabi. Il giudice thailandese, dunque, non ha graziato i due imputati altoatesini, ma ha emesso ai loro danni una condanna abbastanza pesante. Oltre alla sanzione e all’espulsione si è limitato a tenere la pena al di sotto dei due anni per fare scattare la condizionale e rimpatriare i ragazzi. Il dispositivo e le motivazioni, comunque, saranno depositate solo oggi e chiariranno i contorni della sentenza senza, tuttavia, modificarne gli effetti. La diplomazia italiana ha seguito molto da vicino la vicenda con l’ambasciata italiana a Bangkok, guidata da Francesco Saverio Nisio, impegnata nel tessere la tela con le autorità thailandesi. Il verdetto soddisfa l’Italia, che si è messa in una posizione d’attesa. La Farnesina attende le motivazioni del giudice prima di confrontarsi sui tempi di rimpatrio. Non si intende interferire con questioni di giustizia interna, consapevoli che il reato di vilipendio in Thailandia è considerato molto grave, specialmente in un momento di lutto nazionale come quello che sta attraversando il Paese asiatico dopo la morte del re.

Non è un caso se la stessa ambasciata italiana, nell’ottobre 2016, aveva emesso un avvertimento importante per tutti i turisti: «Fate attenzione ai simboli nazionali». Gamper e Gerstgrasser, evidentemente, non lo avevano letto. Gli ambienti diplomatici italiani, infine, non hanno gradito le dichiarazioni dei due altoatesini sullo scarso valore della bandiera in Italia. Un’uscita che avrebbe complicato il lavoro dell’ambasciata.

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