Totem, calamita per 21 mila altoatesini

L’associazione La Sentinella: «Vietando il gioco legale la Provincia ha favorito di fatto l’apertura di bische clandestine»


di Davide Pasquali


BOLZANO. La stretta operata negli ultimi tre anni dalla Provincia sul gioco d’azzardo legalizzato ha fatto sì che in Alto Adige abbia proliferato in maniera pesantissima il gioco illegale, fuori controllo del fisco, dell’ente pubblico e, probabilmente, in sviariati casi anche delle stesse forze dell’ordine, che proprio tutto non possono controllare. Lo sostiene l’associazione culturale La Sentinella, la quale, rielaborando ad hoc i dati sul gioco raccolti nel 2016 dall’Istituto provinciale di statistica, ha stimato i numeri e il peso reale dell’azzardo illegale. In provincia di Bolzano in un anno sarebbero 21.450 gli altoatesini che giocano con i totem, 34.800 quelli che giocano a carte con poste in denaro, 31.800 quelli che si dedicano al poker per soldi, 18.500 al black jack, 10.200 ai videopoker non legali, 8.100 poi ai giochi con i dadi. Fenomeni pericolosissimi, a detta del presidente dell’associazione Luigi Nevola, in quanto «l’accesso ai luoghi in cui ci si dedica a questi giochi è consentito anche ai minori». Si tratta di attività non contrastate dalla normativa provinciale che ha preso di mira le sole slot e le videolottery legali posizionate nei bar e nelle sale giochi.

La statistica Astat. Nevola spiega: «È particolarmente utile in quanto descrive con esattezza la situazione attuale in provincia di Bolzano, dove le new slot, ossia le slot machine legali, sono state bandite dagli esercizi pubblici e siamo oramai a pochi mesi dal divieto totale di gioco tramite apparecchi automatici, sia nei tabacchini che nelle sale dedicate». Nessun divieto, invece, «è stato mai imposto alla vendita di Gratta&Vinci o lotterie varie». La Sentinella, numeri alla mano, ora vuole dimostrare come le politiche adottate dalla Provincia siano «fallimentari».

Si parte coi Gratta&Vinci. 288.800 altoatesini almeno una volta all’anno ne comprano uno. Molto gettonati anche Lotto, Enalotto, Totocalcio, Lotterie nazionali. Si tratta di attività legali, pericolose però a detta della Sentinella perché l’accesso al gioco è consentito anche ai minori («quanti nonni comprano i Gratta&Vinci ai nipotini...»). Queste attività non sono contrastate dalla Provincia. «Pericolosissime anche le gettonatissime attività illegali: totem, giochi di carte, poker, black jack, video poker e dadi».

Bische e casinò. «In città - questo l’allarme lanciato da Nevola - ormai sono ricomparse le bische clandestine». Ce ne sarebbero in attività almeno tre o addirittura quattro, aperte in garage e scantinati. «Dove è consentito l’accesso anche ai minori e le attività sono gestite in maniera che non si può non definire delinquenziale. Di fatto sono tutte attività non contrastate dalla Provincia». Le attività legali, invece, che rappresentano soltanto la minima punta dell’iceberg dell’azzardo, «vengono contrastate dalla Provincia nonostante siano più sicure perché l’accesso ai luoghi di gioco è precluso ai minori». Notevolissimo, poi, «il fatto che 94.300 altoatesini in un anno siano stati al casinò, molto probabilmente a quello di Innsbruck o Seefeld». Della serie, «basta che si giochi lontano dall’eden altoatesino, e va tutto bene».

Minori e gioco. Se si considerano poi tipo e frequenza di gioco, la maggior parte degli altoatesini dediti all’azzardo vi si dedicano per lo più in luoghi accessibili ai minori (pubblici esercizi e tabaccherie). Secondo la stima della Sentinella, basata sui dati Astat, solo il 5% del gioco avverrebbe nelle sale dedicate, mentre l’83% starebbe al di fuori e addirittura il 13% starebbe nelle bische, dove con bisca si intende un luogo (casa, locali pubblici, bar eccetera) dove si gioca puntando soldi. «Le sale dedicate (sale bingo, sale scommesse e sale Vlt) il cui accesso è vietato ai minori risultano essere i locali meno frequentati».

I giocatori problematici. Solo nel 10% dei casi giocano in sale dedicate, mentre nel 90% dei casi giocano in pubblici esercizi o tabaccherie, ossia in luoghi accessibili ai minori. Inoltre, sempre rielaborando i dati forniti dall’Astat, l’associazione La Sentinella fa notare come il 96% dei giocatori patologici o problematici abbiano giocato, nell’ultimo anno, in pubblici esercizi o tabaccherie, luoghi accessibili ai minori. Solo il 4% dei giocatori patologici o problematici nell’ultimo anno hanno giocato nelle sale dedicate, nelle quali l’accesso è vietato ai minori.

Peggio che altrove. In Italia, inoltre, il 42,9% della popolazione in età compresa fra 15 e 64 anni gioca almeno una volta all’anno. Il totale dei giocatori considerati a rischio a livello nazionale è del 5,6% dei giocatori totali. In Alto Adige, invece, il dato è superiore: il 46,5% della popolazione ha giocato nell’ultimo anno almeno una volta. Non si sa con precisione quanti abbiano giocato legalmente e quanti illegalmente. Ma pure per quanto riguarda i giocatori a rischio il dato altoatesino è di gran lunga superiore a quello nazionale. Sono infatti considerati a rischio l’8,9% dei giocatori.

Troppo proibizionismo. «Il modello adottato dalla Provincia - conclude Nevola - è quello proibizionista ed espulsivo del gioco lecito dal territorio altoatesino. Nella nuova legge provinciale si parla poi di “totem”, dandone una descrizione errata, legalizzando così de facto gli apparecchi irregolari. I totem, già di per sé, in Italia di fatto non sono sequestrabili. Cioè vengono sequestrati ma subito dissequestrati, perché è impossibile provarne l’utilizzo illegale. E se poi la normativa provinciale li legittima...»

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