Tra «sì» e «no grazie» la rete centrista di Bizzo 

Il presidente del consiglio provinciale e il gruppo degli ex Pd a caccia di alleati Dopo Lillo e Stancher, contatti con altre civiche: «Freno alla destra estrema» 


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Bizzo e i suoi amici di sempre e poi i nuovi alleati Enrico Lillo di Bolzano, Renato Stancher di Brunico. Altri arriveranno, come probabilmente il gruppo dell’«eterno» Dario Stablum e di Maurizio Sabbadin, cioè la civica «Insieme per Bressanone». Venerdì sera riunione organizzativa del movimento che i bizziani usciti dal Pd costruiscono battendo tutto l’Alto Adige, ovunque ci siano liste civiche italiane. Il nome provvisorio resta «Noi per l’Alto Adige», scelto in febbraio dopo lo strappo dal Pd di Roberto Bizzo, Monica Franch, Luigi Tava, Mauro Randi, Claudio Volanti, Debora Pasquazzo, Luisa Zencher, Giulia Cavada, Alessandro Sartori, Gastone Musner, Mario Giovannacci, Pasquale Santillo, Luca Bertolini, Maura Galera e Miriam Canestrini. È iniziato lì il lavoro per le provinciali. I risultati iniziano ad emergere. Diversi no e qualche sì. Un movimento civico che si autodefinisce di centro-centro, con Lillo e Stancher, rappresentanti del centrodestra, iper moderato il primo con il suo gruppo «Noi con l’Italia», spesso a fianco di Alessandro Urzì il secondo, vice sindaco di Brunico. L’obiettivo è eleggere un consigliere provinciale. Il gruppo bizziano è forte nel lavoro di relazione, ma basterà nel post 4 marzo? Alle elezioni provinciali del 2013 Bizzo raccolse 5.399 preferenze. Fastidio al Pd la nuova lista ne darà di sicuro, ma le prime uscite sono state rassicuranti. «Sembra una versione riuscita male di Scelta civica», è un commento perfido di casa Pd. Bizzo alza le spalle: «Incontriamo molto interesse». Si candiderà? Nei contatti in corso è uno dei temi. L’obiezione è: perché fare i portatori di acqua per la rielezione di Bizzo? L’interessato risponde: «Sono gli altri che ti candidano. Farò ciò che mi viene chiesto, allenatore o giocatore».

Bizzo nei mesi scorsi ha provato a giocare una partita regionale. Ci sono state le riunioni con l’Upt, con l’idea di entrare nel loro gruppo in Regione, sfumata nel caos trentino. In Alto Adige approcci ovunque con le civiche, dalla Bassa Atesina, a Merano, Bolzano e Val d’Isarco. Senza freni ideologici. Tra i dinieghi trapelati, quello di Giorgia Mongillo, sindaca di centrodestra di Bronzolo. Su Merano discussioni aperte, anche se la Civica di Giorgio Balzarini e Andrea Casolari resta fredda. «Da Merano può arrivare qualche sorpresa», anticipa Bizzo. Perfino con Sandro Repetto, candidato in pectore al posto 2 nella lista Pd, c’è stato un tentativo, frenato subito dall’assessore comunale. «Repetto è una persona che accoglieremmo con grande piacere», così Bizzo. Per caso state parlando anche con Claudio Corrarati (presidente Cna)? «Altra persona interessante», la risposta.

Questa la stroncatura di Angelo Gennaccaro (Io sto con Bolzano), altro «civico» contattato: «Siamo di fronte all’ennesima guerra di Bizzo con il Pd, entrambi con gravi responsabilità. È una prova di forza assurda, staccata dalla realtà. Io rivendico di essere uno dei centristi coerenti di questa provincia e proprio per questo ammetto di essere in difficoltà. Non vedo spazio per il centro oggi. Il mio presentimento: Aosta non è lontana. Potremmo essere anche noi alla vigilia di un terremoto politico. Una svolta della Svp verso la Lega mi sembra lo scenario minimo. Non escludo colpi di scena per la stessa Svp». Qualche domanda per Bizzo. Si è sempre proposto come figlio devoto dell’Ulivo, puro centrosinistra. Cosa c’entrano Lillo e Stancher con il suo percorso? «Non è colpa mia se il Pd ha tradito le sue promesse. Il nostro movimento vuole essere la risposta territoriale alle insufficienze del Pd e a una destra che sta disumanizzando l’Italia. In Italia come in Alto Adige, bisogna creare un cuscinetto di persone moderate e perbene, altrimenti non so dove andremo a finire». Descrive così la strategia: «Stiamo contattando le liste civiche che amministrano con la Svp, visto che ci si candida per governare e non ci arroghiamo il diritto di dare la patente di autonomisti. Lillo invece ci ha contattati: è stato un ottimo presidente di Don Bosco, è una persona per bene, un vero moderato». La Svp non gli ha perdonato il «no» sulla toponomastica. «E io non perdono tante cose alla Svp, ad esempio cosa accade attorno all’ospedale di Bolzano. Bisogna sapere dire dei “no”. A dire solo “sì” ci si riduce come il Pd», così Bizzo. I temi? «Revisione dello Statuto: pensiamo alla proporzionale che non garantisce più i servizi. E la scuola, che non sforna ragazzi bilingui. Bisogna mettere mano alla sanità, occuparsi della comunità italiana, ormai ai margini».

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