il caso

Traffico, il Comune è in ritardo. «Il digitale per evitare le code» 

Allarme dell’economia. Da 20 anni non si costruiscono strade e sono troppi altri 15 anni di attese per le nuove opere Corrarati: «I vigili muovono a mano le stanghe in centro invece di dotare gli automobilisti di app per non finire tutto in centro»


Paolo Campostrini


BOLZANO. Bolzano sta da 20 anni con le stesse strade. E da 20 anni il Comune non ha investito un euro per costruirne. Altri esempi di stasi urbana di queste dimensioni? Nessuno in Italia.

Tanto che ormai tutti, dentro lo stesso Comune ammettono:

«Dovremo attenderne almeno altri 15 per vedere qualcosa di nuovo». Due generazioni. «Con il rischio concreto - dice adesso Assoimprenditori - che quando arriveranno, sarà cambiato il mondo. E chissà se serviranno quelle progettate oggi». Quello che il mondo dell’economia imputa al Municipio, d’altronde, è la mancanza di un “piano b”, tra la vecchia Arginale di una generazione fa e il nuovo che (non) avanzerà che tra un’altra generazione.

«Non c’è uno schema di interventi intermedi» ha denunciato Mauro Chiarel, delegato degli industriali bolzanini.

A sua volta Claudio Corrarati, di Cna (Confederazione nazionale artigianato) fa un esempio plastico del medioevo viabilistico in cui siamo precipitati:

«Avete presente i giorni di punta del traffico? Bene, quando accadono e lo fanno sempre più spesso, il massimo della strategia di contrasto municipale sono due vigili con una stanga tra le mani che chiudono o riaprono l’accesso a viale Stazione girando lo sguardo sul semaforo del garage Walther. Se è rosso chiudono (la stanga), se è verde la rimuovono. Ci mancano solo i segnali di fumo e poi siamo nel Far West».

Con una premessa strategica, che giunge proprio dalle piccole imprese: prima della città dei cantieri servirebbe una città smart. Perché, ci si chiede, persino l’A22 avverte della situazione già prima di entrare nei caselli e Bolzano no? Se c’è coda a Egna o a Vipiteno l’automobilista ne è edotto: se decide di infilarsi in coda, se prendere la statale o se rimandare di un po’ il viaggio sono scelte sue. Ma almeno è informato. A Bolzano no. Un povero cristo in auto viene fatto arrivare fin sotto la sagrestia del Duomo, quasi in chiesa, prima di comprendere che, no, occorre tornare indietro. E intanto gira, rigira, inquina, torna e ritorna.

Dunque ecco la proposta di Cna: procedere in fretta almeno con la digitalizzazione.

Che poi può essere seguita da un applicativo che avverta già sul cellulare cosa ti potrà succedere se arrivi a Bolzano in certi giorni. Ma servirebbe anche ai bolzanini. Per non parlare dei pendolari.

«Un progetto che costerebbe un millesimo di quello per le opere programmate ma che, soprattutto, potrebbe essere introdotto domani». Neppure dopo.

Con un ulteriore vantaggio.

Siccome nessuno ci garantisce che il sottopasso di via Einstein o via Grandi riqualificata trasformerebbe Bolzano in una città capace di smaltire il suo traffico come d’incanto, questo schema di gestione integrata e digitale dei flussi potrebbe valere per sempre. Magari con presenze proprio in via Einstein se non ancora meglio all’ingresso della galleria di San Giacomo. Oppure, per chi viene da nord, in grado di far comprendere la situazione e proporre i possibili percorsi alternativi già a Cardano se non prima. Invece oggi turbe di turisti intasano tutte le rotonde prima di capire in che inferno si stiano mettendo. Proposte semplici quelle di Cna: prima, digitalizzazione dei controlli del traffico, poi uso massiccio di mezzi pubblici che oggi, senza digitalizzazione dei flussi, finiscono dentro le cose come niente; terzo, investimenti in tecnologie anche per i vigili con annessa campagna di informazione.

Naturalmente restano in piedi possibili alternative viabilistiche, come la riapertura di via Trento per la quale il Comune ha promesso un monitoraggio che si muove come una tartaruga.

Altra ragione di una stasi anche in termini di interventi intermedi tra l’oggi e le grandi opere prossime venture?

Le lobby. «Appena in Comune emerge la possibilità di mettere un ticket per i pendolari, si ribella la Svp e i sindaci delle valli; se si propone di agire sui movimenti del commercio - commenta ancora Corrarati - si oppongono i gruppi di potere dei commercianti. Insomma non se ne esce con idee specifiche. A Bolzano c’è sempre un gruppo che fa le barricate».

Ecco perché la soluzione digitale non solo produrrebbe un intervento sul breve periodo di tipo intermedio, ma sarebbe in grado di aggirare i blocchi di potere di contrasto alle iniziative pubbliche. Certo un progetto che possiede una vaga assonanza con quelli proposti sarebbe in campo: i portali.

Ma sono previsti in numero limitato e soprattutto sembrano già vecchi in termine di riversamento immediato delle informazioni agli automobilisti.

Per ora hanno un display che può informare solo su orari di chiusura strade o di conteggio degli ingressi. Insomma occorre muoversi almeno con soluzioni tampone. Del resto lo stesso assessore alla Mobilità del Comune di Bolzano - Stefano Fattor - ammette che il collasso della viabilità cittadina non è più un’eccezione, quanto piuttosto il sintomo di una grave patologia cronica.

«Bene le misure strutturali, ma occorreranno non dico 15 anni ma quasi. Non possiamo stare fermi ad attendere le infrastrutture. Per questo, ho intenzione di proporre un nuovo Piano del traffico, con orizzonte temporale un paio di anni. Nei casi in cui sul capoluogo si addenseranno troppe auto, occorrerà prevedere la chiusura della città in entrata, con un unico corridoio di scorrimento».













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