Trauma divorzio, 6 mila richieste d’aiuto

Le consulenze 2013 presso i consultori familiari comprensoriali: se ne aggiungono altre 2.500 per problemi tra partner



BOLZANO. In un anno, il 2013, oltre seimila consulenze psicologiche - esattamente 6.287 - conseguenti a traumi da separazioni e divorzi in Alto Adige. A cui aggiungere oltre 2.500 consulenze per problemi di comunicazione tra partner e quasi 3 mila legate alla depressione. Sono alcuni dei numeri che escono dall’indagine Astat su consultori familiari, centri d’ascolto antiviolenza e case-donna in provincia di Bolzano riferita allo scorso anno. Ne esce un quadro di difficoltà dei rapporti familiari che altrimenti rimarrebbe del tutto nell’ombra: depressioni, difficoltà della coppia e nell’educazione dei figli, oltre che il fenomeno della violenza di genere, che si verifica quasi sempre all’interno della famiglia.

Gli utenti che nel 2013 risultano essersi rivolti ai servizi consultoriali sono pari a 10.400; il dato è, visto in serie storica, del tutto stabile. La propensione a rivolgersi a queste strutture cambia notevolmente in base al territorio: sono soprattutto i residenti a Bolzano città a farne uso: oltre 4 persone ogni 100 nel capoluogo contro una media provinciale di 2 su 100. La disomogeneità territoriale si riflette nella distribuzione delle lingue usate, con una maggioranza d’uso della lingua italiana, mentre l’utilizzo di lingue straniere è molto in linea con la presenza della popolazione straniera. La distribuzione per classi di età degli assistiti mostra che la maggioranza dell’utenza si concentra nelle classi d’età centrali 25-34 anni e 35-44 anni: a queste due classi appartiene il 49 per cento degli assistiti, che per il 90% sono di cittadinanza italiana. Non vi è dunque una propensione differente tra italiani e stranieri a rivolgersi a tali strutture. Il 77 per cento degli utenti è donna; ciò dipende soprattutto dalla tipologia dei servizi offerti. Sono in particolare le prestazioni di tipo sanitario effettuate che fanno capire quanto questo servizio sia destinato soprattutto all’utenza femminile. Delle oltre 9.500 prestazioni di questo tipo il 38,8% è rappresentato da visite ginecologiche, il 17,1% da pap-test, il 14,3% da controlli della gravidanza. Ancora più frequenti (oltre 21 mila all’anno) i colloqui. C’è poi la consulenza pedagogica rivolta ai problemi familiari. Oltre all’assistenza fornita a singoli, coppie e famiglie, esiste tutta una serie di attività svolte in gruppo, per un totale di 388 iniziative. Oltre metà di questi corsi è rivolto ai genitori per il sostegno alla prima infanzia.

In Alto Adige ci sono infine 5 case-donna e 4 centri d’ascolto antiviolenza. Le cinque case sono strutture residenziali e dispongono di 40 appartamenti (o stanze). Minori a parte, le donne presenti al 31 dicembre scorso erano 34, ma il flusso di entrate e di uscite nel corso dell’anno è di quasi 200 persone tra donne e loro figli.













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