Tre ascensori fuori uso, pazienti isolati

Il coordinatore: nella nuova struttura un’infinità di pecche, era meglio restare nella vecchia sede ai Bagni di Zolfo


di Davide Pasquali


BOLZANO. «Adesso basta: sporgeremo denuncia per interruzione di pubblico servizio». Nell’atrio dell’edificio stanno due portantini della Croce bianca, con una barella a sedia: dovrebbero salire al quarto piano a prendere un paziente, ma proprio non sanno che pesci pigliare. Dalle scale, con grande difficoltà, caracollando scende una signora con le stampelle, seguita da un signore che accompagna un’anziana con difficoltà motorie. È il nuovo centro disabili di via Fago 14, presentato in pompa magna dalla politica provinciale a dicembre, ma che da mesi mostra un’infinità di pecche, una più grave dell’altra. L’ultima? Da dieci giorni non funziona il montacarichi per fornitori, letti e quant’altro. Non bastasse, da venerdì sono fuori uso pure entrambi gli ascensori. Un disagio inaccettabile per i trenta disabili residenziali e pure per la cinquantina di persone all’ora che ogni giorno vengono in via Fago per la riabilitazione. Da qui, l’indignazione del responsabile della struttura, Giorgio Ballarin, che minaccia denunce.

«Questa è un struttura costruita nel 1979 per gli spastici. Otto anni fa si è deciso di ristrutturare e mettere a norma l’impiantistica e ci hanno traslocato ai Bagni di Zolfo, dove abbiamo convissuto con acqua, muffa e topi. Quando mi hanno chiesto cosa sarebbe meglio farne ora, ho detto: bombardatela. Ora ospita 70 profughi. Però, se avessimo saputo di venire in una struttura rifatta in questo modo, saremmo rimasti lì. Qui ne viene fuori una al giorno». Anche ai Bagni di Zolfo c’era un ascensore vecchio di 50 anni, che una volta all’anno si fermava. «In venti minuti, però, i manutentori venivano a sistemarcelo». In via Fago, invece, tanti problemi e nessuno risolve: «I lavandini cascano per terra, le finestre da 134 chili se non le chiudi bene ti finiscono addosso, i termosifoni battono e fanno rumore, il software che gestisce l’apertura automatica delle porte si imballa. È un delirio». Dopo anni di confino ai Bagni di Zolfo, tre anni fa si sono iniziati i lavori in via Fago. La struttura è stata terminata un anno fa, poi c’erano stati i problemi di arredamento eccetera. Il peggio è che «non l’hanno collaudata. Siamo noi, qui da dicembre, a doverla collaudare». A far esplodere l’indignazione di chi in via Fago lavora, come pure degli ospiti e dell’associazione dei loro genitori, è stata l’ultima storia. Fantozziana. «Tre ascensori nuovi, che si rompono in contemporanea... Anzi, il montacarichi di servizio si è rotto più di una settimana fa. Bloccato da fine febbraio. I due ascensori non funzionano da venerdì sera». Secondo i manutentori, un problema informatico: «Una scheda di interfaccia fra i due ascensori si è smemorizzata, quindi deve intervenire la ditta produttrice. Per quanto riguarda invece il montacarichi, pare che si siano allungate a dismisura le funi. Di solito in un anno si verifica un allungamento fisiologico di un centrimetro, qui in tre mesi le funi si sono allungate chi dice di 25 chi di 40 centimetri». Inutili le telefonate alla ditta degli ascensori, ai vari uffici pubblici. «C’è un rimpallo di responsabilità e intanto nessuno fa nulla». Nella struttura, ristrutturata dalla Provincia e concessa all’Assb per i disabili e all’Asl per il centro di riabilitazione, non si interviene. «Non ci si rende conto che qui ci sono 50 disabili durante il giorno; 30 vivono qui al terzo piano, dei quali molti sono in carrozzina. In più c’è anche tutta la parte riabilitativa della sanità del dottor Baldo: lì hanno 30 pazienti all’ora, dalle 7 alle 20. Non ci si è resi conto della mole di attività e di lavoro che c’è all’interno di questa struttura». In via Fago, «l’ascensore diventa essenziale per arrivare ai piani dove si fa la fisioterapia». Un giorno di stop può capitare, due magari anche, e poi c’era di mezzo il finesettimana... Ma anche ieri non si è mica visto nessuno.

«Il nostro problema è riuscire a fare in modo che in una struttura nuova come questa, dove si entra e si presume che tutto funzioni bene, visti i tanti soldi che si sono spesi, non ci siano guasti o inconvenienti simili. Mai avremmo pensato di poterci trovare in questa situazione, per non parlare dei problemi al riscaldamento, alle finestre, alla piscina».

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