Treni soppressi: «Senza il Bolzano-Lecce, militari in panne»



BOLZANO. La cancellazione dei treni a lunga percorrenza, notturni o meno, sta creando pesanti disagi a molti residenti in Alto Adige. Sul nostro sito (www.altoadige.it) la petizione che chiede una marcia indietro ha già superato quota 1.700 firme. A queste si aggiungono le centinaia di militari in servizio in provincia, per lo più originari del Sud, da dove sono soliti pendolare con regolarità.

La denuncia arriva da un consigliere comunale Pdl (e firmatario della nostra petizione) Enrico Lillo, militare di professione. Il quale chiede un intervento della Provincia. «Se le linee sono state chiuse per questioni economiche, a ripianare i debiti potrebbe essere la Provinca, come fa per l'Abd. Altrimenti, se Trenitalia non vorrà saperne, perché non avviare una joint venture con altri gestori. La Provincia ce la può fare». Lillo lavora come militare, e per di più è originario della Puglia, due motivi per cui ben conosce il problema della soppressione del notturno Bolzano-Lecce, semplicemente perché era l'unico mezzo pubblico per scender a casa. «Il problema riguarda sia la rotta verso sud-ovest sia quella verso sud-est. Sul Bolzano-Lecce c'erano i vagoni destinati a Napoli e a Roma. Ora non c'è più e una massa di persone è in difficoltà».

I militari si servivano del treno, e ancor pià del notturno, anche, ma non solo, per motivi economici. Oggi, a parte i cambi, a parte la durata allucinante del viaggio (fino a 16 ore e 45), il dramma dei nuovi orari sono i costi. L'unico collegamento serale, alle 21.30, non diretto, dal capoluogo altoatesino a Lecce, costa, in seconda classe, la bellezza di 103 euro (tariffa Frecciargento). «Ve la immaginate - dice Lillo - una famiglia di due, tre o quattro persone? Come fanno?». Si tratta di un danno enorme, perché l'alternativa è l'aereo, che però arriva e parte da Verona. «Il prezzi dei voli da Bolzano sono proibitivi per gli stipendi militari, e comunque raggiungono solo Roma». Il problema del taglio ai treni a lunga percorrenza riguarda tutta Italia, ma da Milano o da Torino un aereo si trova, mentre Bolzano rimane isolata.

La soluzione? «Potrebbe intervenire la Provincia. Come ripiana i debiti dell'Abd, potrebbe ripianare quelli delle ferrovie. Se Trenitalia non volesse comunque partecipare, occorre notare che non siamo più in regime di monopolio. C'è la concorrenza, che funziona a meraviglia. Non so se sia tecnicamente possibile, ma si potrebbe tentar di sondare il terreno. La Provincia, compartecipando e magari facendosi supportare anche da Trento, che ha lo stesso problema, potrebbe chiedere ai gestori privati se siano interessati.

Basterebbe una coppia, o al massimo due coppie di treni andata e ritorno nel finesettimana. Non pretendiamo certo che viaggi tutti i giorni, ma almeno una volta a settimana servirebbe, e servirebbe assai anche al settore turistico». Oppure, almeno, si potrebbe lanciare un collegamento da Bolzano a Verona, per poter raggiungere i treni adeguati in Veneto. Bolzano e Trento, i loro treni ce li hanno. «Belli, puliti. Non sono il Bolzano-Lecce, dove c'era il rischio zecche». (da.pa)

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