Trova 20 milioni di lire

Erano in cantina in una cassettiera. Braccio di ferro per ottenere il cambio in euro


di Davide Pasquali


BOLZANO. Nel sottofondo della cassettiera c’erano quasi 20 milioni di lire, che, ormai, pareva non valessero più nulla. Ora, però, la Corte costituzionale ha riaperto un varco. E la speranza rinasce... Walter Patasini, 55enne bolzanino, antiquario e svuota cantine, nei mesi scorsi si è rivolto all’Associazione per la giustizia in Italia, che si è mossa, ma finora invano. Circa un anno fa Patasini, come fa sapere Agitalia, «quale parziale ricompensa per aver svuotato da vecchi e ingombranti mobili una cantina a Bolzano ha ricevuto, oltre al compenso pattuito, un mobile in legno antico che ha provveduto a restaurare». Durante l’operazione di restauro, all’interno di uno dei cassetti, in un sottofondo, ha rinvenuto una ragguardevole somma: banconote di taglio da 50 mila e 100 mila lire per un totale di 19.500.000 lire.

«Lasciamo dedurre - scrive Agitalia - lo stupore e la contentezza di Patasini, che si è accorto di aver trovato un piccolo tesoro».

Sarà pur vero che «gli italiani non si sono mai fidati tanto dei conti correnti delle banche (e forse anche a ragione) e hanno preferito nascondere i soldi sotto le mattonelle o, come in questo caso, addirittura dentro una cassettiera, ma come fare per il cambio lire/euro?» Allo stupore iniziale è però seguita l’amarezza, quando allo sportello Bankitalia a Patasini è stato detto (inizi di luglio 2015) che il cambio in euro non era più possibile...

Spiega ora Agitalia: «Se è vero che era stato stabilito un termine decennale (2002-2012) per il cambio delle lire in euro, è altrettanto vero – come chiarisce ampiamente la giurisprudenza – che qualsiasi termine di prescrizione o decadenza decorre da quando il soggetto è posto in grado di far valere il proprio diritto», quindi, secondo Agitalia, «nel caso in esame i dieci anni per il cambio lire/euro decorrono dal giorno del ritrovamento delle somme in lire».

Intanto diversi italiani, in casi praticamente identici, avevano sollevato l’illegittimità costituzionale del decreto Monti (articolo 26 del decreto legge 121/2011) che aveva sancito l’immediata decadenza del cambio della lira in euro. Così ha fatto pure Patasini tramite l’ufficio legale di Agitalia. Poi, a novembre, «la sentenza 216/2015 della corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della norma Monti, riportando l’Italia sulla lunghezza d’onda degli altri paesi Ue, dove il cambio della vecchia moneta nazionale è sempre possibile». Subito dopo aver appreso dell’emanazione della sentenza della Corte, Bankitalia ha avviato con il Mef gli approfondimenti necessari. Ma intanto il tempo passa... (da.pa.)













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