Twenty: l'Unione contro l'asse Podini-Ebner

Defant: «Non rispettano le regole». La replica: il commercio è cambiato


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Intendiamoci, Ebner è un imprenditore e fa quello che ritiene più conveniente per la sua azienda, ma io al Twenty non sarei mai andato. È una questione di principio. Quel centro commerciale non avrebbe mai dovuto avere la licenza, visto che la legge parla chiaro: niente dettaglio nelle zone produttive». Luciano Defant, fiduciario comunale dell'Unione, critica la scelta dell'Athesia della famiglia Ebner di investire nel Twenty.
GLI AFFARI. Il 20 agosto su una superficie espositiva di 1300 metri aprirà «Athesia Toys», il negozio specializzato in giocattoli, da quelli tradizionali alle ultime novità dell'elettronica, ma ci saranno anche libri per bambini e tutto quanto serve per la scuola. «Come Athesia - spiega Peter Stürz, che segue l'area sviluppo - abbiamo una cartoleria in via Portici e un negozio di giocattoli in via Goethe. Ora vogliamo puntare sul Twenty che ha come target le famiglie». Gli affari sono affari e le battaglie di principio, portate avanti dall'Unione, evidentemente non sono condivise da tutti neppure nell'imprenditoria di lingua tedesca. «Il mondo corre veloce - ha ripetuto più volte l'assessore Thomas Widmann - non si possono ignorare le richieste che arrivano dai consumatori».
LA CLIENTELA. Al di là delle polemiche politico-commerciali alla clientela piace l'idea di arrivare direttamente dentro il centro commerciale con la macchina, salire in ascensore, fare un giro tra i negozi cha adesso sono ancora pochi, ma tra un anno e mezzo saranno una quarantina, e poi andare all'ultimo piano a mangiare qualcosa: dalla carne messicana ai piatti orientali.
«Non è tutto oro quello che luccica - mette in guardia Defant -: essere all'interno di un centro commerciale ha per un negozio costi molto più alti - si parla addirittura del doppio - che stare fuori. Questo spiega perché nei centri commerciali c'è un grosso turn-over. E quindi anche la merce non può essere regalata come qualcuno crede».
Defant non contesta i gusti della clientela, ma il modo in cui si è arrivati a realizzare il centro commerciale provinciale di via Galilei. «Era chiaro fin dall'inizio che la scelta sarebbe caduta sul megastore di Podini. Lo dico perché quando a suo tempo la Provincia aveva deciso di fare un centro commerciale a Bolzano, noi avevamo chiesto di essere partecipi dell'operazione. A tale scopo avevamo creato un consorzio, ma ci hanno segato. Ora si capisce perché».
IL TAR. Il fiduciario sperava nel Tar adesso però non ci crede più. «Non si capisce per qualche motivo i giudici non si siano ancora pronunciati sul nostro ricorso: la questione è chiarissima. Molto probabilmente si sta aspettando la legge provinciale che sanerà tutto e quindi verrà meno il motivo del contendere. Il risultato è però che la gente si sente presa in giro dalle istituzioni».
Dado Duzzi, vicepresidente dell'Unione, non se la prende con l'Athesia («è un'azienda seria nulla da dire contro la scelta di insediarsi al Twenty»), ma con chi ha autorizzato l'apertura del centro commerciale: «Purtroppo non sarà che l'inizio: visto l'andazzo mi aspetto che nei prossimi anni apra un megastore alla Spaghettata (Baumgartner) e perché no sull'area dell'Aspiag. La linea ormai è tracciata: a Bolzano abbiamo già oggi più grandi superfici commerciali che a Verona».

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