Un cliente: «Selezione etnica in una discoteca di Lana»

Un giovane bolzanino denuncia: «Ad un mio amico è stato impedito l'ingresso all'Exclusiv di Lana solo perchè di origine sudamericana». Il titolare: "Teniamo lontani solo i noti piantagrane"



LANA. Un giovane bolzanino denuncia: «Ad un mio amico è stato impedito l'ingresso all'Exclusiv di Lana solo perchè di origine sudamericana». Pronta la risposta del titolare Goerg Sanin: «Teniamo lontani solo i noti piantagrane, persone che in passato si sono rese protagoniste di spiacevoli episodi, per tutti gli altri, di qualunque provenienza siano, nessuna limitazione».

«È la sera del 6 agosto - scrive un lettore - con un gruppo di amici entro all'Exclusiv di Lana, ma uno resta fuori, è un altoatesino di origine brasiliana, pelle poco più scura di un occidentale abbronzato». «Capisco la selezione per bloccare all'ingresso persone violente o alcolizzate, ma il nostro amico non era mai stato in quella discoteca, non è violento e nemmeno alcolista - prosegue - m'informo presso gli uomini dello staff sul perché anche altri 7-8 stranieri vengano lasciati fuori, mentre tanti altri giovani di lingua tedesca hanno libero accesso, e mi viene risposto con un "disposizioni del capo" e un "non possiamo farci niente"».

«Poco prima - prosegue il giovane bolzanino, indignato per l'accaduto - un non ben identificato personaggio che dichiarava di non essere il proprietario, ma che dava ordini e disposizioni ai "buttafuori", si era lanciato in un'arringa pubblica su come fosse impossibile trattare con marocchini e albanesi e su quanti problemi questi creassero al locale». Nella denuncia del ventunenne bolzanino sono contenute chiare ed inequivocabili accuse di razzismo.

«Trovo vergognoso che la selezione in quel locale venga messa in atto in modo sistematico utilizzando sommariamente come unico criterio quello della provenienza nazionale o peggio ancora dell'aspetto fisico. Oppure l'intento dell'Exclusive è quello di fare un club per autoctoni, capelli biondi e occhi azzurri? - conclude la nota - I locali frequentati dai giovani dovrebbero favorire l'integrazione e la socializzazione invece che porre in atto l'esclusione. Sempre se ci interessa far parte di una società civilmente matura e non di una che si richiude all'interno di una discoteca lasciando fuori il resto del mondo: paradossalmente un ghetto all'incontrario».

Pronta la replica del titolare Georg Sanin, che ha rilevato il locale da un paio di anni. «È vero che operiamo una selezione all'ingresso, ma solo al fine di evitare problemi con i noti piantagrane, per tutti gli altri, indipendentemente dalla provenienza e dal colore della pelle o della lingua parlata, non ci sono limitazioni di sorta - riferisce il titolare - d'altra parte io devo garantire la sicurezza ai miei clienti, e nessun genitore sarebbe felice di sapere che proprio figlio frequenta un locale dove risse e spaccio sono all'ordine del giorno».

«Negli ultimi anni il locale era scaduto proprio per la mancanza di selezione all'ingresso - aggiunge Sanin - ora l'ho rinnovato con un forte investimento economico, le pare che possa permettermi di rinunciare alla clientela solo sulla base del colore della pelle? Sarebbe una pura idiozia».

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