Un hotel da 35 milioni e 330 posti

Il gruppo Rubner e la Forst Spa insieme per una struttura che punta al turismo congressuale


di Robert Tosin


SAN LORENZO DI SEBATO. È un investimento da 35 milioni di euro e offrirà alla Val Pusteria intera un hotel congressuale da 330 posti letto. Nascerà su un terreno in prossimità della latteria Senni, catastalmente su terreno del comune di San Lorenzo di Sebato, ma di fatto sul confine con Brunico e quindi nel cuore della Val Pusteria.

Sui tempi ci sono ancora delle incertezze, perché in fondo si è giunti solo ora al completamento dell’iter burocratico teso ad autorizzare il numero dei posti letto, ma è presumibile che il primo colpo di piccone venga fatto nella primavera prossima. D’altra parte si tratta di un investimento privati, quindi i tempi saranno per forza celeri. Alla guida di questo colossale (e coraggioso, visti i tempi di magra) investimento i Rubner della omonima azienda di Chienes, colosso dei prefabbricati in legno, e la Forst, l’impero della birra.

La giunta comunale di San Lorenzo ha appena deliberato l’ultimo atto formale, cosa che ora darà il via libera alla preparazione del progetto e alle concessioni relative. «C’era stato un problema legato al programma di sviluppo turistico approvato dalla giunta provinciale - spiega il sindaco Martin Ausserdorfer - che prevedeva la disponibilità di 160 posti letto a fronte dei 330 richiesti per la nuova opera. Avanzata la richiesta di aumento, la Provincia ha dato quindi il via libera per aggiungere altri 170 posti letto nel programma di sviluppo turistico. A quel punto è stato possibile assegnare questo numero ai richiedenti che ora potranno realizzare l’hotel congressuale».

Ma se questo è forse la punta di diamante nelle novità delle strutture d’accoglienza, anche il resto del panorama non sta a guardare. «Non abbiamo dato risposte positive solo a questo progetto, ma anche ad altri cinque alberghi che hanno chiesto un aumento della ricettività» spiega il sindaco. È chiaro che gli imprenditori hanno fatto i loro conti e hanno visto nuove potenzialità per il prossimo futuro. Difficile pensare che chiunque sborsi 35 milioni di euro senza aver fatto prima due conti sulla produttività dell’investimento. Un segnale sull’aumento delle presenze turistiche è già arrivato dai dati delle presenze estive nella Pusteria in generale e su Plan de Corones in particolare. Potrebbe essere un segnale di uscita - lenta - dalla crisi e chi può prova a cavalcare l’onda fin dall’inizio della ripresa. È anche vero che la convegnistica è un aspetto del turismo che non sempre viene considerato con la giusta attenzione, ma le località che ci hanno investito hanno scoperto che può essere invece un settore molto redditizio, anche perché muove associazioni, gruppi, professionisti che hanno una buona capacità di spesa. La collocazione geografica della Val Pusteria potrebbe in effetti diventare un attrattore anche di questa nicchia sui temi della montagna, piuttosto che della collaborazione transfrontaliera o su quella dei trasporti in ambito alpino. E la vicinanza all’Austria non può che aiutare a riempire gli alberghi che si tarano sulle esigenze di questa particolare clientela, con servizi su misura ai quali aggiungere anche un luogo vacanziero niente male. L’utile e il dilettevole diventano così un’offerta da servire su un piatto d’argento nella stessa località.

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