«Una banda violenta terrorizza il Centro»

Esposto di 20 esercenti al questore e al sindaco: «Non è più garantita la sicurezza»


Antonella Mattioli


BOLZANO. L'ultimo episodio risale alla notte tra sabato e domenica: due giovani accoltellati in piazza Sernesi. Gli abitanti del Centro sono esasperati, ma da oggi non sono più soli. Un gruppo di 20 esercenti ha inviato un esposto a Questore e sindaco: «Manca la sicurezza». Tredici locali (bar Downtown, bar Margi, Hopfen&Co., bar Schubert, Banco 11, bar Assenzio, Salinas, ristorante Paulaner, Martini Club, Pougue Mahones, Temple bar, Oca bianca, Hosteria Argentieri); un negozio (Six Street shop) e banco 56, banco 42, banco 44, banco "Il Punto" di piazza Erbe hanno inviato un esposto al questore Dario Rotondi e al sindaco Luigi Spagnolli in cui tracciano un quadro allarmante di quello che succede la notte nelle strade della movida bolzanina: l'epicentro è piazza Erbe ma ci sono anche i Portici, piazza Sernesi, via Argentieri, piazza Domenicani.

LA SICUREZZA. «Riteniamo - premettono nel documento - che sia un sacrosanto diritto di tutti i cittadini trascorrere le proprie serate in completa sicurezza, senza il timore di incorrere in spiacevoli situazioni, come aggressioni, minacce e molestie, come altrettanto sacrosanto è il diritto dei pubblici esercizi di svolgere la propria attività in completa sicurezza e serenità».

LA BANDA. I firmatari sollecitano l'intervento di forze dell'ordine e Comune per evitare o almeno contenere gli eccessi che si trasformano spesso in violenze e danneggiamenti. Da una piccola indagine, fatta dagli stessi esercenti, emerge che causa di gran parte dei problemi sarebbe un gruppo formato da una decina di magrebini che "si aggira per il centro ubriachi e sotto l'effetto dell'alcol". «Tale gruppo - scrivono gli esercenti - si è reso protagonista di situazioni alquanto spiacevoli. Ne elenchiamo alcune: rottura di bicchieri e bottiglie; danneggiamenti a cose altrui quali banchi della frutta e biciclette; molestie nei confronti delle ragazze; minacce, spesso con colli di bottiglia, nei confronti degli esercenti e della clientela; aggressioni, singole o di gruppo, contro passanti; presunto spaccio di sostanze stupefacenti; ubriachezza molesta, atti osceni; danneggiamenti all'interno dei locali; furti».

LE INTIMIDAZIONI.Una serie impressionanti di episodi che creano un clima di insicurezza, per non dire paura e intimidazione, in chi cerca solo un po' di divertimento o magari si trova a passare di là per caso. «Capita - si legge ancora - che i soliti "personaggi" fanno uso di sostanze stupefacenti a ridosso dei locali, e i gestori spesso evitando di intervenire per la paura di rappresaglie». Di qua la necessità di intervenire subito prima che la situazione si aggravi ulteriormente. I gestori dei locali stanno già facendo la propria parte: c'è, spiegano nell'esposto, chi ha installato impianti di videosorveglianza all'ingresso e chi ha ingaggiato un servizio di sicurezza privato a tutela della propria clientela, della propria attività e della propria persona. Restano i problemi legati a ciò che, pur avvenendo al di fuori dei locali, crea disagio alla clientela e causa un notevole danno d'immagine.

LE RICHIESTE. Alle forze dell'ordine i firmatari dell'esposto chiedono innanzi tutto un'intensificazione dei controlli, «anche con agenti in borghese, in particolare tra piazza Erbe e piazza Domenicani, oltre alla presenza costante di una pattuglia in piazza Erbe in particolare nel fine settimana». Per rendere più efficaci i controlli si chiede al Comune l'installazione di un sistema di videosorveglianza: cosa sollecitata anche solo pochi mesi fa dal questore Dario Rotondi che non è stata mai attuata. In parte perché non ci sono i finanziamenti, ma soprattutto perché non c'è la volontà politica. Il sindaco ha dato a suo tempo un assenso di massima, ma dichiarando di non credere troppo in questa soluzione. Forse ora la crociata avviata dagli esercenti potrebbe far cambiare idea a qualcuno.

L'ORDINANZA. Tra le altre cose si chiede l'applicazione dell'ordinanza antidegrado, un tempo osteggiata, che vieta il possesso di bicchieri e bottiglie a più di cinque metri dai pubblici esercizi dopo le 22. «Tale ordinanza deve però essere applicata con criterio e non contro gli avventori dei locali bensì contro coloro che si portano da casa le bottiglie spaccandole poi per terra e costringendo i gestori a farsi carico di pulizie che non rientrano nelle loro competenze».

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